La seconda sezione della Corte di Appello di Napoli ha confermato la condanna a 10 anni di reclusione per l’uomo che, nella notte del 2023, provocò il tragico incidente costato la vita a Francesco Altamura e Lucia Morra, di 23 e 20 anni. La decisione dei giudici d’appello ribadisce la gravità della condotta e conferma integralmente quanto stabilito in primo grado.

La dinamica dell’incidente

Secondo la ricostruzione investigativa, il conducente era alla guida di una Audi R4 noleggiata e procedeva contromano a forte velocità nel quartiere napoletano di Fuorigrotta, una zona ad alta densità abitativa e di traffico. La manovra, già pericolosa di per sé, si rivelò letale quando il veicolo impattò contro l’auto su cui viaggiavano i due giovani.

Gli accertamenti successivi hanno evidenziato che l’uomo si trovava sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti al momento dello schianto. Questo elemento ha rafforzato l’impianto accusatorio e ha inciso in modo determinante sulla valutazione della sua responsabilità penale.

La decisione della Corte di Appello

La sentenza di appello conferma la condanna a 10 anni riconoscendo la piena responsabilità dell’imputato per il duplice omicidio stradale aggravato. I giudici hanno ritenuto coerenti e solidi gli elementi raccolti dalle indagini e hanno sottolineato la pericolosità della condotta, definita “gravemente imprudente” e “del tutto incompatibile con le regole di comune prudenza alla guida”.

Con questa decisione, la Corte ha respinto ogni richiesta di riduzione della pena, riconoscendo la necessità di dare una risposta proporzionata alla gravità dei fatti e alle conseguenze irreparabili dell’incidente.

Una tragedia che ha segnato la comunità

La morte di Francesco Altamura e Lucia Morra aveva profondamente colpito la comunità locale, dove i due giovani erano molto conosciuti. Numerose erano state le manifestazioni di cordoglio e le iniziative per ricordarli nei mesi successivi alla tragedia.

La conferma della condanna in appello rappresenta un passaggio significativo per le famiglie delle vittime, che hanno seguito con partecipazione tutte le fasi del procedimento giudiziario.