Detenuto 29enne si toglie la vita in carcere
Tragedia nella notte all’interno della Casa circondariale di Ariano Irpino, dove un detenuto di 29 anni, di origine nordafricana, si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella.Il giovane, affetto da...
Tragedia nella notte all’interno della Casa circondariale di Ariano Irpino, dove un detenuto di 29 anni, di origine nordafricana, si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella.
Il giovane, affetto da patologie psichiatriche, nonostante i tempestivi soccorsi degli agenti della Polizia penitenziaria e del personale sanitario, è deceduto poco dopo il ritrovamento.
L’allarme dei sindacati: “Serve un piano per il sovraffollamento”
A rendere nota la notizia è stato Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, che ha denunciato una situazione ormai al limite:
“Servono subito provvedimenti deflattivi per ridurre il sovraffollamento carcerario, potenziare gli organici e garantire un’adeguata assistenza sanitaria.”
Secondo i dati forniti dal sindacato, nel carcere irpino sono presenti 286 detenuti a fronte di 216 posti disponibili, con un sovraffollamento del 32%.
Allo stesso tempo, l’organico della Polizia penitenziaria è ridotto del 39%, con 141 agenti operativi su 231 previsti.
“Sale così a 67 il numero dei detenuti che si sono suicidati dall’inizio dell’anno, oltre a un internato in una Rems e tre operatori penitenziari. Una situazione gestionale e operativa insostenibile in tutta Italia”, aggiunge De Fazio.
A livello nazionale, infatti, si contano oltre 63.000 detenuti per meno di 46.500 posti disponibili, con una carenza di circa 20.000 agenti.
Il garante dei detenuti Ciambriello: “Una strage silenziosa, servono misure alternative”
Sul dramma è intervenuto anche Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania, che ha espresso profonda preoccupazione per quella che definisce una “epidemia di suicidi” nelle carceri italiane.
“C’è un vero e proprio pugno nello stomaco nell’indifferenza della politica e della società civile. Il governo continua a negare l’allarme. Serve rispetto per la dignità di ogni persona, anche di chi è recluso.”
Ciambriello ha ricordato che l’uomo deceduto era padre di due bambini, e ha invitato le istituzioni a intervenire non solo con nuovi spazi detentivi, ma con più personale educativo, psicologi, mediatori culturali e misure alternative al carcere.
“Non basta creare nuove celle. Bisogna investire sulla rieducazione e sulla salute mentale”, conclude.
Un’emergenza nazionale che non accenna a fermarsi
Il suicidio di Ariano Irpino è solo l’ultimo episodio di una lunga serie che sta colpendo il sistema penitenziario italiano.
L’alto tasso di suicidi tra i detenuti e gli operatori rappresenta un segnale allarmante delle condizioni inaccettabili di sovraffollamento e carenza di personale.
Le organizzazioni sindacali e i garanti regionali chiedono da mesi un intervento strutturale, che includa il potenziamento degli organici, l’assistenza psichiatrica e l’ampliamento delle misure alternative alla detenzione, per evitare che tragedie come quella di Ariano Irpino continuino a ripetersi.