Bici elettriche, oltre 130 sequestri a Boscoreale

Negli ultimi mesi le forze dell’ordine stanno affrontando un fenomeno in rapida espansione: le e-bike manomesse, trasformate in scooter elettrici grazie a modifiche tecniche illegali.Al centro del sis...

17 ottobre 2025 06:00
Bici elettriche, oltre 130 sequestri a Boscoreale -
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Negli ultimi mesi le forze dell’ordine stanno affrontando un fenomeno in rapida espansione: le e-bike manomesse, trasformate in scooter elettrici grazie a modifiche tecniche illegali.
Al centro del sistema c’è la cosiddetta manetta, un acceleratore installato artigianalmente che consente di muoversi senza pedalare. Basta un pulsante per attivarla o disattivarla, rendendo difficile accertare la violazione. In salita o nei tratti lunghi, il vantaggio è evidente: nessuno sforzo e velocità da ciclomotore. Ma la trasformazione comporta rischi seri, sia sul piano legale che su quello della sicurezza.

Da bicicletta a scooter: quando l’e-bike diventa illegale

Secondo la normativa europea, una e-bike è considerata regolare solo se:

il motore elettrico ha una potenza massima di 250 watt;

l’assistenza si interrompe automaticamente oltre i 25 km/h;

il motore funziona esclusivamente quando si pedala.

Una volta superati questi limiti, il mezzo rientra nella categoria dei ciclomotori e deve quindi essere immatricolato, assicurato e dotato di casco omologato.
Molti utenti ignorano (o fingono di ignorare) questa distinzione, circolando su biciclette che di fatto sono scooter elettrici privi di ogni requisito di legge. In caso di incidente, né il conducente né eventuali terzi hanno diritto al risarcimento.

Controlli e sequestri: il caso del Napoletano

Nel Napoletano il fenomeno ha assunto dimensioni preoccupanti. A Boscoreale i carabinieri hanno sequestrato 31 e-bike modificate in poche settimane, elevando 134 sanzioni per un valore complessivo di oltre 213 mila euro.
Le violazioni più frequenti riguardano la mancata assicurazione, la guida senza casco e l’omessa immatricolazione. Situazioni che, in presenza di velocità elevate, possono trasformarsi in gravi rischi per la sicurezza stradale.

Le operazioni di controllo, condotte anche nel resto della provincia — dalla Penisola Sorrentina al Vomero — sono state supportate dalla Motorizzazione civile di Bari, che dispone di una piattaforma per la verifica tecnica dei veicoli elettrici. Grazie a questo sistema, i militari hanno individuato bici capaci di raggiungere velocità superiori agli 80 km/h, equiparabili a scooter da 50 o 125 cc.

Come funzionano i controlli tecnici

La piattaforma utilizzata dai carabinieri consente di verificare con precisione se un mezzo rispetta gli standard di sicurezza.
Durante le ispezioni vengono controllati:

il telaio e i freni, per valutarne l’integrità meccanica;

la batteria, per individuare rigonfiamenti o manomissioni;

i collegamenti elettrici, per rilevare modifiche al firmware o potenziamenti del motore;

l’autonomia effettiva, confrontata con quella dichiarata dal produttore.

Ogni discrepanza può bastare per classificare il veicolo come non conforme e procedere al sequestro.

L’origine del problema: e-bike importate e manomesse

Molte delle biciclette sequestrate provengono da mercati esteri, soprattutto asiatici, dove le leggi sulla velocità e sulla potenza dei motori sono meno restrittive.
In Italia, però, questi modelli risultano fuori norma. Alcuni rivenditori omettono di informare i clienti sulle differenze legislative, vendendo bici che, una volta su strada, diventano a tutti gli effetti mezzi illegali.

Le autorità raccomandano ai consumatori di verificare sempre la presenza della marcatura CE e della dichiarazione di conformità, documenti indispensabili per attestare la regolarità del veicolo.

Monopattini elettrici: un fenomeno parallelo

Lo stesso schema si ripete anche per i monopattini elettrici, spesso modificati nel software o dotati di motori sostitutivi più potenti. Le conseguenze sono le stesse: velocità eccessiva, rischio di incidenti e sanzioni.
Non di rado questi veicoli vengono abbandonati dopo gli incidenti, generando ulteriori problemi di sicurezza e degrado urbano. Il governo sta valutando l’introduzione di un contrassegno identificativo per monitorare i mezzi e contrastare le alterazioni illegali.

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