Il tonno è uno degli alimenti più consumati al mondo: gustoso, versatile e ricco di proteine. Viene scelto da chi segue diete ipocaloriche, dagli sportivi e da chi vuole un pasto veloce ma nutriente. Tuttavia, nonostante i benefici, il tonno – sia fresco che in scatola – nasconde alcuni rischi per la salute che è bene conoscere.

Rischio mercurio: il problema principale

Uno dei pericoli più noti legati al consumo di tonno è la presenza di metalli pesanti, in particolare il mercurio. Questo elemento si accumula nei grandi pesci predatori, come il tonno pinna gialla o il tonno rosso, perché si trovano in cima alla catena alimentare.

Un consumo eccessivo di mercurio può causare problemi neurologici, danni al sistema nervoso centrale e, nei casi più gravi, disturbi nello sviluppo dei bambini. Per questo motivo, le donne in gravidanza e i bambini dovrebbero limitare l’assunzione di tonno.

Istamina e contaminazioni batteriche

Il tonno fresco può essere soggetto a un’altra insidia: la formazione di istamina. Questo composto si sviluppa se il pesce non viene conservato correttamente a basse temperature. Mangiare tonno con livelli elevati di istamina può provocare la cosiddetta sindrome sgombroide, con sintomi simili a una reazione allergica: mal di testa, nausea, arrossamenti cutanei e palpitazioni.

Anche le conserve non sono immuni da rischi: se la lavorazione non rispetta gli standard di sicurezza, si possono verificare contaminazioni batteriche, seppur rare.

Tonno in scatola: sodio e oli vegetali

Il tonno in scatola è pratico e ha lunga conservazione, ma bisogna leggere bene l’etichetta. Spesso contiene elevati livelli di sodio, che possono incidere sulla pressione sanguigna. Inoltre, molte versioni sono conservate in oli vegetali raffinati, che ne alterano il profilo nutrizionale. Meglio preferire il tonno al naturale o, quando possibile, quello conservato in olio extravergine di oliva.

Sostenibilità e consumo consapevole

Un altro aspetto da considerare è la sostenibilità. L’eccessiva pesca di tonno ha portato alcune specie a rischio di estinzione. Scegliere prodotti certificati MSC o da pesca responsabile non solo tutela l’ambiente, ma riduce il rischio di incorrere in filiere poco controllate.

Quante volte a settimana si può mangiare tonno?

Le linee guida consigliano di non eccedere con il consumo: 1-2 porzioni a settimana di tonno sono generalmente sicure per un adulto sano. Alternare con altri tipi di pesce più piccoli, come sardine o sgombri, riduce il rischio di accumulo di mercurio e offre uguali benefici nutrizionali.

Il tonno rimane un alimento valido, ma va consumato con moderazione e consapevolezza. Conoscere i rischi – mercurio, istamina, sodio e sostenibilità – aiuta a fare scelte più sane e sicure per sé e per l’ambiente.