Il vescovo di Latina, monsignor Mariano Crociata – presidente della Comece, l’organismo che riunisce le conferenze episcopali europee – ha disposto la sospensione a divinis per don Leonardo Pompei, fino a ieri parroco della chiesa di Santa Maria a Sermoneta. La decisione arriva dopo una lunga serie di ammonimenti ignorati dal sacerdote, noto per le sue posizioni ultra-conservatrici e molto seguito sui social.

Il braccio di ferro con la diocesi

Il contrasto tra il prelato e don Leonardo andava avanti da tempo. Al centro dello scontro, le critiche del sacerdote alle aperture introdotte da Papa Francesco, tra cui la benedizione alle coppie omosessuali, le restrizioni al rito in latino (vetus ordo) e i temi legati al fronte pro life.

Nonostante i richiami ufficiali, il prete aveva continuato a predicare sui social, alimentando divisioni tra i fedeli. Per questo il vescovo ha firmato il decreto di sospensione, che comporta:

il divieto di celebrare sacramenti;

l’impossibilità di indossare l’abito talare;

il divieto di presentarsi pubblicamente come sacerdote.

Il provvedimento richiama inoltre don Pompei all’obbligo di rispettare lo stato clericale e di astenersi da comportamenti ritenuti sconvenienti.

La violazione del decreto

Il 3 settembre, poche ore dopo la notifica, don Leonardo è apparso nuovamente su YouTube, violando così il precetto che gli imponeva di sospendere ogni attività sui social e di non convocare incontri o assemblee. Nel video ha ribadito di considerarsi «obbediente e rispettoso del magistero», ma deciso a difendere quella che definisce la dottrina tradizionale della Chiesa.

La guida della parrocchia

In seguito alla sospensione, il vescovo Crociata ha nominato don Giovanni Castagnoli come amministratore parrocchiale della comunità di Santa Maria a Sermoneta, garantendo così la continuità della cura pastorale.+