Vietato cantare "buon compleanno" a un bambino, arrivano i vigili e chiudono il locale
Quindici giorni di chiusura e una maximulta. È la sanzione imposta al ristorante Muccapazza, storico Ristofamily di via Luigi Zambarelli a Monteverde (Roma), dopo una segnalazione per disturbo della q...
Quindici giorni di chiusura e una maximulta. È la sanzione imposta al ristorante Muccapazza, storico Ristofamily di via Luigi Zambarelli a Monteverde (Roma), dopo una segnalazione per disturbo della quiete pubblica.
L’episodio contestato risale a lunedì 11 agosto, durante una festa di compleanno per bambini. Secondo la segnalazione di alcuni residenti, l’esecuzione del classico canto di auguri prima della torta sarebbe stata troppo rumorosa. Una telefonata ai vigili ha portato all’intervento e alla successiva disposizione di chiusura temporanea.
La versione del titolare
Fabio Bonardo, proprietario del locale, si è detto sorpreso dalla severità della misura:
«Erano le 17 del pomeriggio. Un simile accanimento davanti a una festa di un bambino mi sembra esagerato».
Bonardo ricorda come il Muccapazza abbia già affrontato in passato contenziosi con il municipio, tra esposti, ricorsi al TAR e appelli al Consiglio di Stato.
«Abbiamo sempre rispettato regolamenti e norme. Abbiamo chiesto più volte incontri con l’amministrazione per trovare una soluzione ed evitare la chiusura di un punto di riferimento per le famiglie».
Un locale punto di ritrovo per famiglie
Il ristorante è molto frequentato da famiglie della zona e impiega diversi giovani. Per il titolare, la chiusura è particolarmente grave anche sul piano sociale:
«Non è solo una perdita economica, ma la mancanza di dialogo con le istituzioni. Chiedo al presidente del municipio di aprire un tavolo di confronto per salvaguardare un’attività che dà lavoro e crea socialità».
Solidarietà dai clienti
Nelle ore successive alla notizia, numerosi clienti hanno espresso vicinanza al locale, inviando messaggi di sostegno. Bonardo conclude:
«Ringrazio tutte le mamme e i papà che ci hanno scritto. Sono il nostro orgoglio e continueremo a difendere il diritto di un sorriso».