Una donna campana di 44 anni, affetta da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), ha ricevuto un diniego dalla propria ASL alla richiesta di accedere al suicidio medicalmente assistito. A renderlo noto è l’Associazione Luca Coscioni, che sta seguendo il caso con il proprio collegio legale, coordinato dall’avvocata Filomena Gallo.

I motivi del diniego
Secondo la comunicazione ricevuta, la ASL Napoli 3 Sud avrebbe rigettato la richiesta per la mancanza di tre dei quattro requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale (nota come sentenza Cappato-Antoniani), che consente in Italia l’accesso alla morte volontaria assistita in presenza di condizioni specifiche.

L’unico criterio riconosciuto nel caso della donna è la presenza di una patologia irreversibile. Mancano invece, secondo la Commissione medica:

la volontà inequivocabile di accedere alla morte volontaria assistita;

la dipendenza da trattamenti di sostegno vitale;

e la sofferenza fisica o psicologica percepita come intollerabile dalla paziente.

Il ricorso legale e la richiesta al Tribunale
Nel giugno 2025, la donna ha contestato formalmente il rifiuto, chiedendo una nuova valutazione clinica e la trasmissione del parere al Comitato etico, come previsto dalla procedura. Tuttavia, non ricevendo riscontro, ha presentato ricorso d’urgenza al Tribunale di Napoli.

«In quanto cittadina consapevole, lucida e determinata – ha dichiarato – non posso accettare che la mia volontà venga schiacciata da valutazioni che ignorano non solo il mio stato di salute, ma anche il diritto a non essere condannata a una sofferenza che, per me, non ha più alcun senso».

La donna ha anche comunicato di stare valutando l’espatrio in Svizzera, dove la normativa sul suicidio assistito è più definita e accessibile.

Le condizioni cliniche
La 44enne si trova in una condizione di completa dipendenza: non cammina, non parla, comunica solo tramite puntatore oculare e necessita dell’aiuto costante dei suoi familiari per alimentarsi, idratarsi, assumere farmaci e svolgere funzioni vitali di base. Senza assistenza, la sopravvivenza quotidiana le sarebbe impossibile.

La replica della ASL Napoli 3 Sud
In una nota ufficiale, la ASL ha ribadito la posizione già espressa dalla propria Commissione tecnica multidisciplinare, che ha effettuato una visita il 25 marzo 2025. Secondo quanto riferito:

«Durante la valutazione, la paziente ha espresso volontà di vivere, manifestando fiducia nella ricerca scientifica e speranza in nuove terapie per le malattie neurodegenerative.»

Alla luce di queste dichiarazioni, la Commissione ha ritenuto non sussistenti i requisiti richiesti dalla Consulta per accedere legalmente alla procedura.