Tragica morte in Costa Smeralda di Giovanni Marchionni, 21 anni, avvenuta venerdì a bordo di uno yacht ormeggiato al molo 7 della Marina di Portisco. Il giovane, originario di una famiglia molto conosciuta per la gestione di un negozio in centro, lascia quattro fratelli. Amici e conoscenti lo ricordano come una persona solare e sempre pronta alla battuta.

L’arrivo della famiglia e l’apertura del fascicolo
I familiari di Marchionni, assistiti dagli avvocati Maurizio Capozzo e Gabriele Satta, sono giunti a Olbia in traghetto, non avendo trovato voli disponibili. In commissariato hanno fornito informazioni sulla presenza di Giovanni a bordo e sui rapporti con i proprietari dell’imbarcazione.

La Procura di Tempio Pausania ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. L’autopsia è stata fissata per mercoledì presso l’obitorio di Sassari. La famiglia, d’intesa con i legali, nominerà un medico legale di parte per assistere all’esame.

Cause del decesso: le prime ipotesi
Secondo una prima ricostruzione, la morte potrebbe essere stata provocata da esalazioni tossiche, forse provenienti dalle batterie di bordo o dal bagno chimico della barca, lunga 17 metri. Il corpo è stato trovato da un operatore portuale in mattinata, ma il decesso risalirebbe a ore precedenti.

Sul posto sono intervenuti il nucleo batteriologico dei vigili del fuoco, la Polizia di Stato, la polizia scientifica, il personale del 118 e la Capitaneria di porto. L’imbarcazione è sequestrata per consentire gli accertamenti.

Il nodo della posizione lavorativa
Uno degli aspetti più delicati riguarda la posizione di Giovanni a bordo.
La famiglia sostiene che il giovane non fosse in vacanza, ma che fosse assunto in nero per due settimane di lavoro in Sardegna. I proprietari dello yacht, legati a un importante cantiere navale di Bacoli, dichiarano invece che fosse ospite per piacere e che si trovasse sulla barca mentre loro erano a terra per una serata.

Marchionni, secondo i familiari, era reclutato come skipper, mentre in passato aveva lavorato senza contratto in un altro cantiere a Licola. Questa discrepanza sarà al centro delle indagini, insieme alla ricostruzione precisa delle ore che hanno preceduto il decesso.

Un caso complesso
Le autorità dovranno chiarire sia la dinamica della morte sia il rapporto di lavoro tra la vittima e i proprietari dello yacht. Gli esiti dell’autopsia e delle analisi ambientali a bordo saranno determinanti per stabilire eventuali responsabilità.