Dopo oltre un anno di trattative e l’ennesima interruzione registrata il 2 luglio, riprende il confronto tra sindacati e Aran per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle Funzioni Locali, che riguarda circa 480mila dipendenti di Comuni e Regioni.
L’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) ha presentato una nuova proposta economica, con l’obiettivo di chiudere l’intesa entro fine 2025 e di garantire l’erogazione degli aumenti stipendiali prima del 2026.
Aumenti in busta paga e nuove modalità di pagamento
La bozza aggiornata prevede un incremento del trattamento tabellare ottenuto anche tramite il conglobamento parziale dell’indennità di comparto. Un terzo dell’indennità verrà integrato nello stipendio base, con aumenti mensili lordi differenziati per categoria professionale:
Categoria Aumento mensile lordo
Funzionari ed elevate qualificazioni 144 – 158,48 euro
Istruttori 145,50 euro
Operatori esperti circa 129 euro
Operatori semplici 113 – 122,48 euro
Su base annua (esclusa la tredicesima), le nuove retribuzioni tabellari risultano:
25.114 euro per funzionari ed elevate qualificazioni
23.138 euro per istruttori
20.583 euro per operatori esperti
19.753 euro per operatori semplici
Rispetto alla precedente proposta, l’incremento medio mensile è stato migliorato: +14,37 euro per i funzionari e quasi +9 euro per gli operatori semplici.
Altre novità previste nel contratto
La proposta Aran introduce anche modifiche strutturali mirate a valorizzare figure e ambiti spesso trascurati:
Maggiori margini di crescita economica per i dipendenti dei piccoli Comuni
Compensi specifici per la Polizia locale impiegata in incarichi ad alta qualificazione
Nuove regole sul lavoro festivo infrasettimanale, con impatti su turnazioni e retribuzioni
Sindacati divisi sull’accordo: Cisl e Csa favorevoli, Cgil e Uil più critiche
Il fronte sindacale appare frammentato. Cisl e Csa si dichiarano pronte a sottoscrivere l’accordo, mentre Cgil e Uil chiedono un ulteriore sforzo economico da parte del governo per recuperare l’erosione salariale legata all’inflazione cumulata del +16% tra il 2022 e il 2024.
Le sigle più critiche chiedono anche un intervento per ridurre il divario retributivo con i dipendenti delle Funzioni centrali, per i quali il contratto è stato rinnovato già a gennaio.
Decreto PA e norma “sblocca-stipendi”
Nel tentativo di favorire la chiusura della trattativa, il governo ha inserito nel decreto PA una misura che consente agli enti locali virtuosi di superare i limiti sul trattamento accessorio, con possibilità di aumenti stipendiali fino a 300 euro mensili. La norma punta a incentivare l’efficienza e a premiare Comuni e Regioni in regola con i vincoli di bilancio.
In parallelo, la senatrice del Movimento 5 Stelle Vincenza Aloisio ha presentato un’interrogazione parlamentare per denunciare lo stallo del negoziato, definendo “minimi e inefficaci” gli attuali stanziamenti proposti.
Tempistiche: quando arriveranno gli aumenti
Un nuovo incontro con le parti sociali è previsto oggi, e potrebbe segnare un punto di svolta nel processo di rinnovo contrattuale. Tuttavia, una volta raggiunta l’intesa, serviranno 4-5 mesi di controlli tecnici e amministrativi prima che gli aumenti siano effettivamente inseriti in busta paga.
Dopo la pausa estiva, il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo presenterà gli atti di indirizzo per la successiva tornata contrattuale, con l’intento di promuovere una riforma organica del comparto pubblico.
Perché il rinnovo del contratto è strategico
Il rinnovo del contratto collettivo delle Funzioni locali non rappresenta solo un riconoscimento economico, ma è anche un passaggio chiave per rafforzare la qualità dei servizi pubblici locali. In un contesto di crescente complessità gestionale, valorizzare le competenze del personale degli enti locali è fondamentale per garantire efficienza, continuità amministrativa e vicinanza ai cittadini.