Un incubo durato cinque anni, fatto di minacce, intimidazioni e continue richieste di denaro. È quanto ha subito un operatore della Croce Rossa in servizio presso l’autoparco di San Giovanni a Teduccio, a Napoli. L’uomo è stato vittima di una prolungata estorsione da parte di Vincenzo Siano, 46 anni, e Giuseppina Mennella, 42 anni, entrambi residenti a Portici e già noti alle forze dell’ordine.
L’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Poggioreale ha messo fine all’incubo grazie alla segnalazione del padre della vittima, preoccupato per lo stato di prostrazione psicologica del figlio.
Un’escalation di richieste: dai piccoli prestiti all’auto e all’immobile
La vicenda ha avuto origine cinque anni fa, quando Siano ha conosciuto la vittima e ha iniziato a chiedere piccoli prestiti. Col tempo, le richieste sono diventate sempre più insistenti e mai restituite, fino a trasformarsi in vere e proprie estorsioni. La vittima è stata costretta a consegnare contanti, carte di credito, l’autovettura e persino a cedere formalmente un immobile di sua proprietà.
Tra le minacce più gravi, intercettate dagli inquirenti:
«Appara i soldi o ti abboffo di mazzate».
L’intervento dei carabinieri: arresti e perquisizioni
Tutto è precipitato nella notte del 25 luglio, quando il padre della vittima ha chiamato il 112 per chiedere aiuto. I carabinieri sono intervenuti immediatamente sul posto e, dopo aver ascoltato il racconto del giovane, hanno avviato un’articolata indagine.
Il giorno successivo, gli agenti hanno:
recuperato denaro contante ritenuto provento dell’estorsione, in possesso di una 28enne coinvolta nella parte finale del reato, ora denunciata a piede libero;
bloccato Siano e Mennella a bordo dell’automobile sottratta alla vittima;
rinvenuto, durante le perquisizioni domiciliari, carte di credito, documenti di proprietà e anche un immobile intestato formalmente alla vittima ma in uso agli indagati.
Secondo gli investigatori, la coppia avrebbe agito con metodi intimidatori sistematici, portando la vittima a uno stato di totale soggezione psicologica.
Nessun legame con la criminalità organizzata
Va precisato che, pur essendo già noti alle forze dell’ordine, gli arrestati non risultano affiliati ad alcuna organizzazione malavitosa né legati a clan camorristici.
Sia Vincenzo Siano sia Giuseppina Mennella sono stati trasferiti in carcere in attesa di ulteriori sviluppi. Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, proseguono per accertare eventuali altri coinvolgimenti o ramificazioni della vicenda.