Ogni anno in Italia perdono la vita per annegamento circa 328 persone, e oltre il 12% delle vittime è minorenne. Tra i più giovani, gli incidenti si verificano soprattutto in piscina e coinvolgono in particolare i bambini sotto i 12 anni. È quanto emerge dal secondo rapporto dell’“Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti”, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

I numeri: 1642 morti in 5 anni, 206 erano minori
Nel quinquennio 2017–2021, in Italia sono morte 1.642 persone per annegamento, di cui 206 avevano tra 0 e 19 anni. Tra i bambini e ragazzi vittime, l’81% era di sesso maschile.

Perché si annega? Le cause più comuni
Le principali cause di annegamento in età pediatrica sono:

Scarsa supervisione da parte degli adulti, spesso distratti da conversazioni, smartphone o letture;

Convinzioni errate, come l’idea che un bambino in difficoltà urlerebbe o si agiterebbe visibilmente;

La convinzione che la sicurezza in acqua spetti solo al bagnino, e non anche ai genitori o accompagnatori.

Una campagna per salvare vite: il video dell’ISS per i genitori
Per contrastare questa tragedia silenziosa, l’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con nove Regioni italiane, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione con un video informativo rivolto ai genitori. L’obiettivo è diffondere una cultura della sicurezza acquatica, promuovendo una corretta educazione all’acqua fin dall’infanzia.