Un’articolata operazione del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, ha portato allo smantellamento di una organizzazione criminale specializzata in truffe legate a finti finanziamenti europei. Tra i reati scoperti anche una vicenda drammatica: il suicidio della madre di una vittima, imprenditrice agricola di Bologna, ingannata dalla banda.

Finanziamenti UE mai ottenuti: la promessa che ha ingannato 100 imprenditori
Secondo le indagini, gli indagati avevano messo in piedi un sistema fraudolento basato su false garanzie fideiussorie, rilasciate da una società con sede in Irlanda, la European Global Guarantees Ventures Ltd (Eggv), priva di autorizzazioni e iscrizioni nei registri ufficiali.

La truffa consisteva nel promettere l’accesso a fondi e agevolazioni dell’Unione Europea, utilizzando documenti privi di valore legale e richiedendo pagamenti anticipati per servizi mai erogati.

Il suicidio: “Truffata e pronta a denunciare”
Una delle intercettazioni chiave risale al 19 aprile 2023, quando una donna, imprenditrice agricola, parlava al telefono con uno degli indagati. Durante la conversazione, lasciava chiaramente intendere di aver compreso di essere stata truffata e dichiarava l’intenzione di denunciare l’accaduto alla polizia internazionale, citando persino una possibile “istigazione al suicidio”.

Pochi giorni prima di quel colloquio, precisamente l’11 aprile 2023, la madre della donna si era tolta la vita. Un evento tragico che gli investigatori collegano direttamente alla truffa subita.

La rete criminale: false società, conti esteri e simboli religiosi usati per ingannare
La Guardia di Finanza ha ricostruito un sistema internazionale, che andava ben oltre i confini italiani. L’organizzazione aveva creato anche una società fittizia in Bulgaria, utilizzando emblemi religiosi della Chiesa Ortodossa per guadagnare la fiducia delle vittime.

Gli indagati si servivano inoltre di conti correnti esteri e società di comodo per muovere e nascondere il denaro versato dalle vittime, spesso imprenditori in difficoltà alla ricerca di risorse per sostenere le proprie attività.

Arresti e misure cautelari
Le misure cautelari disposte dal GIP di Napoli Nord hanno colpito sei persone:

In carcere:
Gerardo Conza, 60 anni – considerato il capo del gruppo;

Giuseppe Strabello, 29 anni;

Eugenio Giunta, 70 anni – promotore dell’organizzazione.

Ai domiciliari:
Pasquale Principe, 69 anni – coinvolto nella creazione di conti correnti esteri;

Francesco Sicignano, 67 anni – anch’egli legato alla gestione economica;

Angela Guercia, 47 anni – aveva il ruolo di procacciatrice di clienti.

La denuncia dell’unico indagato senza misure
Tra gli indagati, uno non raggiunto da misura cautelare avrebbe in seguito cercato di aiutare le vittime e persino minacciato di presentare esposti in Procura nei confronti della società irlandese:

“Avete continuato a prendere per i fondelli i clienti… questa è carta straccia…”.