La tradizione incontra l’innovazione alla Festa dei Gigli di Nola, grazie al progetto culturale del Giglio dell’Ortolano, promosso dal comitato “La Festa Gentile”. Un programma multidisciplinare che fonde musica, teatro, arti visive e memoria collettiva, con l’obiettivo di raccontare il presente attraverso le radici millenarie del territorio.

Tra note contemporanee e memoria popolare
Sul palco e per le strade, un ventaglio di artisti capaci di dialogare con la tradizione in chiave contemporanea:

Jovine, con il suo sound meticcio e urbano.

Roberto Colella, frontman de La Maschera, voce popolare e cuore cantautorale.

Marco Zurzolo, sassofonista simbolo della Napoli autentica e identitaria.

Chiara Becchimanzi, attrice e stand-up comedian impegnata su temi sociali e di genere.

Cyop&Kaf, duo artistico che ha curato il rivestimento scenografico del Giglio, in collaborazione con il maestro incisore Vittorio Avella e la storica Bottega d’Arte Tudisco.

Il progetto è stato presentato ufficialmente presso il Museo Storico-Archeologico di Nola, luogo da anni centro attivo del dibattito culturale cittadino, sotto la direzione appassionata di Giacomo Franzese.

Le parole chiave del Giglio dell’Ortolano
Terra. Radici. Identità. Sostenibilità. Partecipazione. Sono questi i valori guida scelti dal comitato per caratterizzare un’edizione che punta a essere più inclusiva e consapevole, anche nel rispetto della dichiarazione Unesco che tutela la Festa dei Gigli come patrimonio immateriale dell’umanità.

«L’idea della Festa Gentile – racconta Francesca Franzese, direttrice del comitato – nasce dal desiderio di offrire un contributo responsabile alla Festa. Vogliamo dimostrare che si può innovare nel solco della tradizione, valorizzando il territorio in modo sostenibile e garantendo piena accessibilità a tutti».

Un Giglio che racconta, accoglie e ispira
Il Giglio dell’Ortolano non è solo uno dei simboli della festa: è anche una piattaforma di espressione artistica e civile, che cerca di coinvolgere le nuove generazioni e rispondere alle sfide sociali e ambientali del nostro tempo.

Un’operazione culturale che prova a superare il folklore fine a sé stesso, proponendo una visione più ampia: il rito che si fa racconto, la festa che si fa pensiero.