L’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Napoli ha espresso profonda indignazione in merito alla recente decisione legislativa di equiparare gli arbitri di calcio ai pubblici ufficiali, estendendo loro le tutele previste dal Codice penale. Sebbene il provvedimento sia stato definito “comprensibile nella sostanza”, i medici napoletani ne contestano le tempistiche e le priorità politiche, giudicate del tutto inadeguate rispetto alla situazione drammatica che da anni vivono i professionisti della sanità.

“Una scelta che ignora chi è in prima linea ogni giorno”
«Non contestiamo il merito della decisione – ha dichiarato il presidente dell’Ordine, Bruno Zuccarelli – ma è inaccettabile che, in un Paese dove medici e operatori sanitari subiscono quotidianamente aggressioni, minacce e perfino sequestri, si riescano a trovare in pochi giorni risorse e volontà politica per tutelare un arbitro, mentre ai camici bianchi continuano a essere negati strumenti di protezione adeguati».

Secondo Zuccarelli, il vero nodo della questione è il cortocircuito istituzionale e culturale che si sta consumando: «L’indignazione non nasce dal rafforzamento delle tutele per la categoria arbitrale, ma dall’amara constatazione che le priorità del legislatore sembrano essere dettate più dal clamore mediatico che da un’autentica valutazione dell’interesse pubblico. È surreale che un arbitro sia protetto come un pubblico ufficiale per un cartellino giallo, mentre un medico debba affrontare da solo le conseguenze di un’aggressione fisica in corsia».

L’appello: “Serve una riforma per la sanità, non spot mediatici”
In questo contesto, l’Ordine dei Medici di Napoli rinnova il proprio appello al Governo e al Parlamento affinché sia finalmente approvata una riforma normativa che riconosca ai medici e agli operatori sanitari lo status di pubblici ufficiali durante l’esercizio delle loro funzioni. Non si tratta, secondo l’Ordine, di un privilegio, ma di una misura necessaria per arginare una deriva violenta che da troppo tempo minaccia l’intero sistema sanitario.

«Ci sono Pronto Soccorso che oggi somigliano a zone franche per aggressori impuniti – ha aggiunto Zuccarelli – eppure continuiamo a curare tutti, anche chi ci insulta o ci colpisce. Le promesse istituzionali fatte dopo ogni episodio di violenza non sono mai diventate leggi. Serve una risposta concreta e strutturale, non più solo solidarietà a parole».