Una serata di movida nel centro storico dell’Aquila si è trasformata in un incubo per un giovane di 19 anni, vittima di una brutale aggressione che gli è costata la perdita permanente dell’occhio destro. I fatti risalgono al giugno del 2017 e oggi, oltre alla condanna penale già inflitta al responsabile, si apre un nuovo capitolo in sede civile: la parte lesa ha avanzato una richiesta di risarcimento pari a 700mila euro.
L’aggressione in piazza Chiarino
Tutto è accaduto in piazza Chiarino, cuore della vita notturna aquilana, in un giovedì sera affollato da giovani e frequentatori di locali. Improvvisamente, urla e caos hanno interrotto la tranquillità della zona. Un minorenne, nipote di un collaboratore di giustizia di origine palermitana che all’epoca si trovava all’Aquila, ha aggredito il 19enne con un taglierino, colpendolo ripetutamente al corpo e al volto.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia dell’Aquila, alla base del gesto ci sarebbe stata la gelosia: la vittima era in compagnia di una ragazza che, poco prima, aveva interrotto una relazione con l’aggressore. L’assalitore, spinto dall’ossessione e dall’ira, ha affrontato il presunto “rivale” armato di un taglierino, infierendo con estrema violenza.
Fuga e identificazione
Subito dopo il fatto, il minorenne si è dato alla fuga. La scena lasciata alle sue spalle era drammatica: il giovane ferito, con il volto coperto di sangue, è stato immediatamente soccorso dal 118 e trasportato d’urgenza in ospedale. Nonostante diversi tentativi di salvare l’occhio, compreso un trasferimento in un centro specializzato, i danni sono risultati irreversibili.
Determinanti, per l’identificazione dell’aggressore, sono state le testimonianze dei presenti e le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona. Le prove raccolte hanno consentito alle forze dell’ordine di risalire in breve tempo all’autore del gesto, allontanato dalla città subito dopo l’accaduto.
La condanna penale e l’azione civile
Il minore è processato e condannato in primo grado a dieci mesi, pena successivamente ridotta a quattro mesi in Appello. Tuttavia, sul piano civile si apre ora un contenzioso di grande portata: il giovane aquilano, difeso dall’avvocato Massimiliano Venta, ha avviato un’azione legale per ottenere un risarcimento di 700mila euro, cifra che tiene conto delle lesioni permanenti, del danno biologico, morale e esistenziale subito.