Una giovane coppia di Nola è attualmente sotto processo a Cuneo per il reato di estorsione ai danni di Alessandro Ghinamo, un 39enne cuneese che, nel 2019, si suicidò dopo essere stato vittima di continue richieste di denaro.

Dopo la morte di Ghinamo, la polizia ha trovato nel suo cellulare le chat con una donna che si faceva chiamare Francesca Di Marzio. Le conversazioni rivelano che erano chieste somme di denaro mensili, fino a un massimo di 500 euro, con la giustificazione di una presunta relazione con una ragazza di nome Angela. Quello che emerge dalle indagini è che si trattava di una truffa sentimentale, con l’aggravante della minaccia di rivolgersi ai carabinieri. L’autrice del ricatto, infatti, aveva assicurato alla vittima che nei suoi confronti sarebbe emessa una “carta d’arresto”.

Ghinamo, cercando di guadagnare tempo, rispondeva di essere in difficoltà economiche a causa della sua famiglia. Nonostante ciò, l’interlocutrice continuava a fare pressioni, minacciandolo di un’imminente visita dei carabinieri: «Il 28 vengono i carabinieri a prenderti», scrisse due giorni prima che l’uomo compisse l’estremo gesto.

I due accusati di estorsione sono Carmela Romano (22 anni) e Mario Miceli (26 anni) all’epoca dei fatti. Nelle loro conversazioni, Ghinamo è menzionato ripetutamente, e in una chat la ragazza scriveva: «Mi serve un contatto falso, Ghinamo me li manda fino a marzo i soldi: devo iniziare a farlo innamorare di qualcun’altra». I fidanzati parlavano anche di versamenti ricevuti sulla carta prepagata di Carmela, menzionando altresì un altro destinatario delle richieste di denaro.

Nel corso del processo, un uomo, che sarebbe stato uno dei destinatari delle richieste, ha deposto in aula. Tra i messaggi di Ghinamo, uno recita: «Non è che la cosa deve andare avanti in eterno, state estorcendo soldi a un invalido civile», scritto il 15 ottobre, quattro giorni prima del suicidio dell’uomo.