La città mariana ha vissuto un fine settimana di profonda emozione e devozione, con migliaia di pellegrini accorsi al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. L’annuncio della canonizzazione di Bartolo Longo, avvenuto martedì scorso direttamente dalla “Cattedra della sofferenza” del Policlinico Gemelli per volontà di Papa Francesco, ha suscitato una partecipazione straordinaria tra i fedeli.

Un evento storico per Pompei
L’Arcivescovo prelato di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, ha espresso grande gioia per questo riconoscimento:

«Da martedì scorso stanno arrivando in Santuario centinaia, anzi migliaia di pellegrini. E oggi, domenica, l’affluenza è ancora più imponente. La gioia di vedere santo Bartolo Longo, la gratitudine a Papa Francesco, è grandissima. A Pompei amiamo il Papa in modo speciale e profondo e preghiamo per lui, certi che la Madonna del Rosario e Bartolo Longo, dal Cielo, ascoltino la nostra invocazione».

Le celebrazioni hanno visto un afflusso continuo di fedeli, provenienti da tutta Italia e dall’estero, desiderosi di rendere omaggio al fondatore del Santuario e delle opere di carità legate alla Madonna del Rosario.

L’eredità spirituale e sociale di Bartolo Longo
La canonizzazione di Bartolo Longo rappresenta il riconoscimento di una vita interamente dedicata alla fede e alla carità. Come ha sottolineato il Rettore del Santuario, monsignor Pasquale Mocerino:

«Bartolo Longo è stato certamente uno dei laici più insigni del nostro tempo. È un uomo credibile perché ha saputo coniugare insieme le parole della fede con le opere della fede. Tutto a Pompei parla del suo servizio di carità. Per questo motivo, oggi, la Chiesa lo indica come un esempio da imitare».

Queste parole riflettono il sentimento condiviso dai fedeli, che vedono in Bartolo Longo un modello concreto di santità, capace di dimostrare che ogni persona, indipendentemente dal proprio passato, può intraprendere un cammino di conversione e servizio agli altri.

Un percorso di conversione e dedizione
Bartolo Longo nacque il 10 febbraio 1841 a Latiano, in provincia di Brindisi. Dopo essersi trasferito a Napoli nel 1863 per completare gli studi in Giurisprudenza, attraversò un periodo di allontanamento dalla fede, avvicinandosi al mondo dello spiritismo. Tuttavia, grazie all’influenza del professor Vincenzo Pepe e del domenicano padre Alberto Radente, riuscì a riscoprire il cattolicesimo e dedicò la sua vita alla Madonna del Rosario e alla promozione di opere di carità.

Fu lui a fondare il Santuario di Pompei e numerose opere sociali a favore degli orfani e dei poveri, facendo della città mariana un simbolo di speranza e solidarietà.

Un esempio di santità per il nostro tempo
Il riconoscimento della santità di Bartolo Longo assume un significato profondo: è la dimostrazione che la conversione e l’impegno per il bene comune possono trasformare la vita di un uomo e lasciare un segno indelebile nella storia della Chiesa.

Le celebrazioni proseguiranno nei prossimi mesi, in attesa della data ufficiale della cerimonia di canonizzazione, che sarà annunciata dal Vaticano. Intanto, Pompei continua a essere un luogo di pellegrinaggio e di preghiera, testimoniando la vitalità della devozione mariana e l’eredità spirituale del suo futuro santo.