Questa mattina, sotto il coordinamento dei carabinieri e su disposizione della Procura di Torre Annunziata, sono iniziate le operazioni di smontaggio e distruzione di 45 chioschi e gazebo sequestrati nei pressi degli ingressi degli scavi archeologici di Pompei.

Le strutture, divenute ormai permanenti nel tempo, erano prive di autorizzazioni e avevano occupato il suolo pubblico senza i necessari permessi. La loro rimozione rappresenta un passo significativo nell’ambito di un’inchiesta più ampia che coinvolge 63 indagati per il reato di invasione di suolo pubblico.

Sequestri e interventi delle autorità
Il provvedimento risale al 7 ottobre scorso, quando il giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata aveva emesso un’ordinanza di sequestro. Durante la notifica, i carabinieri avevano anche individuato e sequestrato un 46esimo chiosco abusivo, non inizialmente compreso nell’elenco.

Questi chioschi e gazebo, molti dei quali operavano da decenni come strutture permanenti, includevano bar, gelaterie e bancarelle di souvenir che avevano occupato in maniera irregolare il suolo pubblico.

Le origini dell’inchiesta
L’indagine è partita a seguito di numerose anomalie rilevate dai militari dell’Arma, evidenziando una gestione non regolamentata del territorio davanti a uno dei siti archeologici più visitati al mondo. Le operazioni odierne rappresentano il culmine di un’attività investigativa volta a ristabilire la legalità e a tutelare il decoro dell’area.

Un nuovo volto per gli ingressi degli scavi di Pompei
La rimozione di queste strutture potrebbe rappresentare un’opportunità per migliorare l’organizzazione degli spazi pubblici e offrire ai visitatori un’esperienza più ordinata e in linea con l’importanza storica del sito. Tuttavia, rimane l’interrogativo sul futuro di coloro che per anni hanno gestito queste attività commerciali, alcune delle quali erano ormai radicate nel contesto locale.