L’accostamento tra sacro e profano, già presente in ambito mafioso e criminale, trova una nuova espressione nel recente sequestro avvenuto a Napoli. La Guardia di Finanza ha intercettato un carico di 22 chilogrammi di cocaina, confezionata in involucri che riportavano l’effige del “Sacro Cuore di Gesù”, il logo della Apple e l’iscrizione ‘Qorr’. Questo episodio, oltre a destare scalpore per l’uso dell’immagine cristiana su un prodotto illegale, ha svelato un traffico di stupefacenti dal valore di mercato stimato in circa tre milioni di euro.
Il Sequestro: Dettagli dell’Operazione
Il sequestro è avvenuto grazie al fiuto degli agenti della Guardia di Finanza del Gruppo di Torre Annunziata, coordinati dal colonnello Gennaro Pino. Durante un controllo stradale alle porte di Napoli, l’attenzione dei finanzieri è catturata dal comportamento sospetto del conducente di un furgone. Insospettiti, i militari hanno deciso di fermare il veicolo per un controllo più approfondito. Nel bagagliaio del furgone, hanno trovato venti involucri di cocaina, per un peso complessivo di 22 kg.
Il Valore della Droga e L’arresto
La cocaina, destinata probabilmente a rifornire il mercato locale della criminalità organizzata, avrebbe generato un profitto illecito di circa tre milioni di euro. Oltre alla droga, le forze dell’ordine hanno sequestrato il furgone e i cellulari del conducente, immediatamente arrestato con l’accusa di traffico e detenzione illecita di sostanza stupefacente.
Simbolismo e Criminalità: L’uso del Sacro nelle Organizzazioni Criminali
L’uso dell’immagine del “Sacro Cuore di Gesù” sugli involucri di cocaina ha suscitato particolare clamore, ma non è la prima volta che le organizzazioni criminali utilizzano simboli religiosi. Nella cultura mafiosa, l’accostamento di simboli sacri a operazioni illecite serve spesso a dare una parvenza di legittimazione o protezione spirituale ai propri atti, un modo per ingraziarsi il favore di un potere più alto anche in contesti criminali. Tuttavia, questo è uno dei primi casi documentati in cui l’effige cristiana viene utilizzata per contrassegnare sostanze stupefacenti.