Nel corso della settimana dal 12 al 18 settembre, l’Italia ha registrato 51 nuovi casi di infezione da West Nile Virus, portando il totale delle notifiche a 382 casi dall’inizio del monitoraggio, avviato a maggio. I decessi correlati al virus sono saliti a 16, rispetto ai 13 riportati nella rilevazione precedente, secondo il bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità.
Tra i casi totali, 222 si sono manifestati in forma neuroinvasiva, ovvero con sintomi gravi come meningite o encefalite. Le regioni più colpite da queste forme severe sono state l’Emilia-Romagna con 131 casi e il Veneto con 38, seguite da altre regioni come Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sardegna.
Per quanto riguarda i decessi, il Veneto ha registrato 7 vittime, seguito dall’Emilia-Romagna con 3, il Piemonte con 3, e singoli decessi in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Calabria. Anche la Campania, con 11 nuovi casi di infezione, ha evidenziato un incremento della diffusione del virus.
Il West Nile Virus è isolato per la prima volta in Uganda nel 1937 ed è trasmesso principalmente dalle zanzare, che si infettano nutrendosi del sangue di uccelli selvatici, i serbatoi naturali del virus. Nella maggior parte dei casi, l’infezione è asintomatica o causa sintomi lievi come febbre e mal di testa. Tuttavia, in una piccola percentuale di persone (meno dell’1%), il virus può provocare complicazioni gravi, in particolare a livello neurologico.
La prima infezione autoctona della stagione è stata segnalata il 26 giugno in Emilia-Romagna, e sono stati riportati anche alcuni casi importati da Stati Uniti, Albania e Romania. Inoltre, 45 donatori di sangue sono risultati asintomatici, ma portatori del virus.
Il biologo intervistato per il bollettino ha espresso preoccupazione per la diffusione sempre più frequente del West Nile Virus in Italia, soprattutto durante i mesi estivi. La presenza di casi autoctoni (cioè sviluppati in Italia senza viaggi all’estero) aumenta la possibilità che la malattia diventi endemica nel nostro Paese, suggerendo l’importanza di adottare misure preventive per ridurre il rischio di punture di zanzare e, quindi, di trasmissione del virus.