In un periodo segnato da incertezza economica e crescente inflazione, i cittadini italiani si affidano sempre più spesso ai bonus e agli aiuti statali messi a disposizione dal Governo per far fronte alle difficoltà finanziarie. Tuttavia, uno dei paradossi dell’INPS – l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale – riguarda l’assegnazione di un bonus che potrebbe essere ottenuto anche da chi è disoccupato, nonostante sia destinato ai lavoratori. Questa è solo una delle tante sfide che gli italiani devono affrontare nella loro quotidiana lotta per arrivare a fine mese.
La Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione, è una delle risorse su cui possono fare affidamento coloro che si trovano senza lavoro a seguito di scadenza di contratto o licenziamento. Tuttavia, comprendere l’importo della Naspi a cui si ha diritto può essere un processo complesso. Quest’anno, non sono previsti cambiamenti nel calcolo e nel diritto alla Naspi rispetto agli anni precedenti.
L’importo della Naspi è calcolato sulla base dello stipendio medio degli ultimi 4 anni, e la durata del sostegno è pari alla metà dei giorni di contribuzione utili al calcolo della Naspi, fino a un massimo di 24 mesi. Questo significa che non è preso in considerazione solo l’ultimo stipendio, ma quello degli ultimi 4 anni, il che può portare a un importo della Naspi non sempre inferiore allo stipendio percepito nell’ultimo contratto.
Gli importi della Naspi sono lordi e il sostegno mensile è soggetto a tassazione. Tuttavia, coloro che usufruiscono della Naspi possono beneficiare anche di alcune agevolazioni fiscali sui redditi da lavoro dipendente.
È importante notare che a partire dal sesto mese in cui viene riconosciuta la Naspi, si verifica una riduzione del 3% mensile dell’importo del sostegno.