La Procura di Milano ha richiesto il rinvio a giudizio per due indagati coinvolti nella morte di Francesco Mazzacane, un giovane di 24 anni di Torre del Greco, avvenuta a causa di un’intossicazione acuta da monossido di carbonio proveniente da una caldaia nel residence Linate di Novegro di Segrate. La tragedia risale al 9 novembre 2022, e il legale rappresentante della struttura e l’idraulico incaricato dell’installazione e della manutenzione della caldaia sono accusati di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di aver causato gravi lesioni anche a un’altra persona, Pietro Caputo, di 23 anni, compagno di Mazzacane.
Nella richiesta di rinvio a giudizio, il pm Isabella Samek Lodovici ha sottolineato che il gestore aveva incaricato dell’installazione della caldaia una persona “tecnicamente priva della necessaria competenza e preparazione”, cioè l’idraulico, che non ha provveduto ad adeguare il locale interrato del residence ai requisiti tecnici e di sicurezza necessari.
Il sistema di accensione del bruciatore della caldaia aveva manifestato un funzionamento erroneo, con continui spegnimenti di fiamma e frequenti microesplosioni che provocavano il distacco di sezioni del condotto di evacuazione dei fumi. Nonostante ciò, il legale rappresentante del residence non solo non ha spento la caldaia in attesa dell’intervento di un centro di assistenza, ma ha anche aumentato il suo funzionamento.
Durante le indagini è emerso che il locale interrato dove era installata la caldaia non era adeguato ai requisiti tecnici e di sicurezza, non garantendo una sufficiente aerazione. Inoltre, l’impianto non era collaudato e la sua manutenzione era affidata a una persona non competente, che ha manomesso l’impianto causando la tragedia.