Nel panorama della sanità italiana, un’adesione altissima allo sciopero si è registrata tra gli anestesisti rianimatori e i veterinari del Servizio Sanitario in diverse regioni, tra cui Campania, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Marche. Secondo quanto riferito dai sindacati organizzatori dell’astensione, l’adesione è stata intorno al 90%, causando il mancato svolgimento di nove interventi su dieci non urgenti. Questo movimento di protesta ha avuto l’obiettivo di richiamare l’attenzione sul tema del finanziamento della sanità nella Manovra e sottolineare il pericolo imminente di un sistema sanitario nazionale al collasso.

Giuseppe Galano, segretario campano del sindacato Aaroi-Emac per gli anestesisti e rianimatori, ha espresso la preoccupazione riguardo al deterioramento del sistema sanitario nazionale. Galano ha sottolineato che sebbene gli anestesisti, i rianimatori e i medici di emergenza abbiano garantito le operazioni urgenti negli ospedali, la maggioranza ha partecipato alla protesta per manifestare una forte preoccupazione e richiesta di cambiamento.

Il presidio in Piazza Plebiscito a Napoli è stato uno dei punti focali di questa protesta, dove rappresentanti sindacali hanno espresso la necessità di maggiori finanziamenti per il settore sanitario pubblico. In particolare, è emersa la richiesta di un maggiore coinvolgimento da parte del Governo per garantire risorse adeguate al sistema sanitario.

Durante il vertice in Prefettura, i rappresentanti degli anestesisti hanno presentato dati che evidenziano la precaria situazione del sistema sanitario nazionale, sottolineando la necessità di interventi immediati per evitare il collasso.

La protesta si è estesa anche al Senato, dove è approvato un emendamento notturno che mira a proteggere le pensioni dei medici e degli altri operatori sanitari, alleggerendo i tagli e offrendo un incentivo per il prolungamento dell’attività lavorativa.