La Sardegna è da tempo alle prese con un calo demografico preoccupante, con un tasso di natalità che è il più basso in Italia, come riportato dall’Istat. Ciò ha portato diversi amministratori locali, tra cui il sindaco di Tonara, a cercare soluzioni per contrastare questa tendenza. Tuttavia, il recente post del sindaco Sau ha scatenato molte polemiche per il suo tono sessista e offensivo nei confronti delle donne. La sua proposta di obbligare le donne a recarsi nell’ufficio del Sindaco a tre ore di distanza l’una dall’altra non solo non è realistica, ma anche discriminatoria e irrispettosa dei diritti delle donne. «Tutte le donne libere hanno l’obbligo di recarsi nell’ufficio del Sindaco, a tre ore di distanza l’una dall’altra. Provvedimento da me emanato a Tonara nel 2010 per combattere il calo nascite». scrive in un post su Facebook.
È giusto notare che il problema del calo delle nascite non è limitato alla Sardegna, ma è un problema che affligge molte regioni italiane. Tuttavia, l’approccio del Sindaco Sau non solo non risolve il problema, ma lo amplifica, creando un clima di ostilità e discriminazione. Dopo sono chiaramente arrivate le scuse, ma forse troppo tardi.
La soluzione a questo problema complesso richiede un approccio completo e integrato, che preveda politiche e iniziative volte a supportare le famiglie e a creare opportunità per i giovani sul territorio. L’accesso ai servizi sanitari, alla formazione e al lavoro sono fattori chiave che influenzano la scelta delle famiglie di avere figli e di rimanere nella propria regione.