Dal primo marzo tornano le prove Invalsi di Italiano, Matematica e Inglese per gli studenti delle scuole superiori. Questi test hanno una particolarità: per la prima volta, sono diventati un requisito di ammissione all’esame di maturità, secondo il decreto legislativo n. 62 del 2017. Tale decreto era sospeso a causa dell’emergenza Covid, ma ora è ripristinato. L’Invalsi, l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione, ha lo scopo di monitorare il livello di apprendimento degli studenti, valutando le competenze acquisite in varie materie. Le prove Invalsi sono somministrate a tutti gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, in modo da verificare il livello di preparazione degli alunni e l’efficacia dell’insegnamento.
Quest’anno, il ritorno delle prove Invalsi rappresenta un’opportunità per le scuole di valutare il livello di apprendimento degli studenti e di individuare eventuali punti deboli del sistema scolastico. L’emergenza Covid ha infatti avuto un impatto significativo sull’istruzione, e le prove Invalsi possono essere uno strumento utile per identificare le lacune e migliorare il sistema educativo. Inoltre, l’introduzione dell’obbligo di sostenere le prove Invalsi come requisito di ammissione all’esame di maturità rappresenta una novità importante. Tuttavia, va sottolineato che i risultati delle prove non influiranno direttamente sulla votazione finale dell’esame di maturità, ma saranno utilizzati esclusivamente a scopo di valutazione del sistema educativo.
I commenti
Il presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci, ha sottolineato l’importanza delle prove standardizzate per valutare l’apprendimento degli studenti e migliorare la qualità del sistema educativo. In un periodo di grande incertezza come quello che stiamo vivendo, le prove Invalsi possono fornire informazioni utili per orientare le politiche scolastiche e individuare le aree in cui è necessario intervenire per migliorare l’efficacia dell’insegnamento.