Negli ultimi giorni la vicenda intorno al caso di Alfredo Cospisto è andata avanti. Su di lui si è parlato tanto, un ex esponente di ‘Prima linea’, Sergio Segio, intervistato dall’Agi ha affermato “Trasferire Cospito è solo uno scarico di responsabilità di fronte a l’esito incombente della morte”. Nel 1989 anche lui fece uno sciopero della fame mentre era in carcere, che si concluse dopo appena dieci giorni e gli permise di ottenere ciò per cui digiunava, l’accesso ad un lavoro esterno al carcere con il ‘Gruppo Abele’.
Se anche fosse vero che la politica dei suoi tempi era meno insensibile, va tenuto conto che nell’ultima settimana, i sostenitori di Cospito hanno continuato ad inviare messaggi violenti alle autorità. Qualche giorno fa, l’anarchico, Pasquale Valiutti, 75 anni, sosteneva “Io sono d’accordo con la rabbia di chi vede un fratello,un amico che sta morendo in sciopero della fame”, e ancora riferendosi alle autorità diplomatiche “Saranno uccisi. Gli sarà sparato addosso se Alfredo morisse. Sarà fatta giustizia”.
Le risposte anarchiche
L’ondata di violenza non solo non si arresta, ma sembra inasprirsi, da giorni presso la redazione de Il resto del Carlino a Bologna, arrivano telefonate e messaggi minatori, che danno il via ad allarmi bomba. In un biglietto recapitato proprio questa mattina si legge ” In caso di persistenza, saremo costretti a prendere seri provvedimenti”.
Per risalire ai responsabile delle minacce è attualmente in corso un’indagine della Digos.
Cospito dal canto suo non sembra disapprovare gli avvenimenti. In carcere ad Opera, ha ricevuto la visita di Michele Usuelli, consigliere regionale della Lombardia, esponente di Più Europa, al quale ha risposto “Io non sono nessuno per dire altri cosa dovrebbero fare”.
Non sembra, pertanto, intenzionato a porre fine allo sciopero della fame che potrebbe in qualche modo sedare gli animi dei suoi compagni e sostenitori.
Inoltre, ha precisato “Non c’è differenza tra Sassari e Opera. Trattamenti di favore non ce ne sono”.