Questa mattina in piazza Marcello Torre, nei pressi del palazzo di giustizia a Napoli è stata rinvenuta la scritta “41bis=tortura”. Il messaggio provocatore si aggiunge alla lista di scritte, atti vandalici, e manifestazioni che si stanno diffondendo ormai in tutta la penisola, e perfino all’estero, in difesa di Alfredo Cospito.

Ma di chi si tratta?

Alfredo Cospito, è un noto anarchico, membro della FAI, Federazione Anarchica Informale, incarcerato per diversi crimini, tra i principali ricordiamo: l’attentato ai danni di Roberto Adinolfi, Manager di Ansaldo Nucleare, gambizzato nel 2012 a Genova e, in seconda istanza, lo scoppio di una bomba avvenuto nel 2006, nei pressi della scuola allievi Carabinieri di Fossano. L’attentato in questione non aveva prodotto vittime, ma era valsa a Cospito una condanna in 1º e 2º grado a 20 anni di reclusione.

Nonostante il suo soggiorno in carcere Cospito aveva continuato a svolgere la sua attività di “libero pensatore” , se così lo vogliamo definire, scrivendo articoli, comunicando con i membri della sua area politica, contribuendo perfino alla pubblicazione di due libri.

Cosa ha dunque scatenato la furia anarchica che si sta diffondendo in Italia e all’estero?

Dalla scorsa primavera Cospito è sottoposto a regime di isolamento, il tanto dibattuto 41bis, nato per impedire le comunicazioni tra i capi di associazioni di stampo mafioso e gli affiliati esterni. Pertanto, è già da quasi un anno che l’uomo non gode più dei benefici penitenziari, ma è anzi sottoposto a severe restrizioni sociali, tra le quali : due sole ore d’aria alla settimana, un solo colloquio mensile, nessuna telefonata, socialità limitata, e lettura in entrata delle lettere che gli sono inviate.
Alla base di tale provvedimento ci sarebbe il fatto che, la condanna ricevuta per l’attentato del 2006 è  riqualificata da “Strage contro la pubblica incolumità ” a “Strage contro la sicurezza dello Stato”, ciò gli è valso la pena di ergastolo ostativo, e di conseguenza il regime di isolamento 41bis.

Lo sciopero della fame

Ovviamente, dato che non è nella natura di un anarchico accettare l’ordine vigente prestabilito, per protestare contro questa sua nuova condizione, lo scorso 19 ottobre, Alfredo Cospito ha cominciato uno sciopero della fame che l’ha portato ad oggi a perdere ben 42 chili.

Oltre a questo, l’imputato con il sostegno del suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, ha chiesto un’udienza di ricorso presso la Corte di Cassazione, che è attualmente fissata al prossimo 7 marzo, e cioè 36 giorni da oggi.

Nel frattempo le condizioni di Cospito si aggravano, e nell’opinione pubblica si solleva un polverone, basti pensare che perfino Amnesty International è intervenuta affermando “Le autorità devono difendere i diritti umani di Alfredo Cospito e tutelare il suo diritto alla salute”. Difatti, c’è chi sostiene che prolungare il regime di 41bis per un uomo nelle condizioni di Cospito, è una grave violazione dei diritti umani. D’altro canto, lo Stato non sembra voler cedere a quelli che sono solo “i ricatti di un terrorista”. La stessa Premier Giorgia Meloni ha affermato “Lo Stato non deve farsi intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari”.

Il trasferimento

Oggi Cospito è stato trasferito dal carcere di Sassari, al carcere di Opera a Milano, che gode di un’ottima struttura sanitaria, e che quindi può provvedere meglio alle sue condizione di salute, nonostante l’imputato continui a rifiutare qualsiasi tipo di trattamento sanitario.
Per il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, decidere in merito alla situazione di Cospito spetta solo all’autorità giudiziaria.

Ci auguriamo che lo Stato tenga presente delle esigenze fisiologiche dell’uomo, e che Cospito non debba passare da “neobrigratista” a “martire delle istituzioni”.