Niente visite in carcere a Giosuè Ruotolo per il fratello Giovanni. Il 26enne militare di Somma Vesuviana, da un mese dietro le sbarre a Belluno con l’accusa di aver ucciso Trifone Ragone e Teresa Costanza, può vedere soltanto i genitori: il padre Alfonso e la madre Vincenza. Il giudice non ha infatti autorizzato visite in carcere del fratello Giovanni.
«La mancata autorizzazione – ha spiegato l’avvocato di Giosuè, Roberto Rigoni Stern – è legata al fatto che il fratello sarebbe sospettato di aver cancellato dei file ritenuti potenzialmente utili alle indagini contenuti nel computer di casa a Somma Vesuviana, mentre Giosuè era a Pordenone. Abbiamo già avuto modo di chiarire che si era trattato di una semplice formattazione ma il gip ha ritenuto comunque opportuno concedere solo ai genitori la possibilità di andare a trovare Giosuè in carcere dove ormai si trova da un mese. Nonostante tutto continua a mantenere un’incredibile serenità interiore. É convinto che la sua innocenza potrà essere dimostrata».
E ancora: «Sono andato a fargli visita questo mercoledì. A proposito di visite in carcere, anche se ora non è più ai domiciliari di sicuro non sarebbe consentito alla fidanzata Rosaria Patrone di venirlo a trovare. Tuttavia il legame tra Giosuè e Rosaria non si è incrinato, nonostante le traversie giudiziarie».
Intanto, dopo la revoca dei domiciliari, per Rosaria sono comunque giorni difficili: «Il suo coinvolgimento in questa inchiesta ha fatto allontanare le sue amiche – spiega l’avvocato Costantino Catapano – Sta cercando di ritornare alla sua vita di sempre ma non è facile. Passa le sue giornate in casa a studiare e sta ultimando la tesi per laurearsi in giurisprudenza».