Mamme e figlia morte intossicate, spunta il veleno per topi
L’autopsia è fissata per domani 31 dicembre
Una famiglia spezzata nel periodo che dovrebbe essere il più sereno dell’anno. È una vicenda drammatica quella che ha colpito la famiglia Di Vita, travolta da una tragedia avvenuta pochi giorni dopo Natale. Antonella Di Ielsi, 50 anni, e la figlia Sara Di Vita, 15 anni, sono morte dopo essersi sentite male in circostanze ancora da chiarire.
L’autopsia, fissata per mercoledì 31 dicembre, dovrà stabilire con precisione le cause del doppio decesso e chiarire eventuali responsabilità legate ai soccorsi prestati all’ospedale Cardarelli di Campobasso.
Medici indagati: ipotesi omicidio colposo
Nelle ultime ore l’inchiesta ha subito un’accelerazione. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati tre medici del Cardarelli — due di nazionalità venezuelana e uno italiano — e due dottori della guardia medica. I reati ipotizzati sono omicidio colposo e lesioni colpose.
Secondo quanto emerso, la quindicenne si sarebbe presentata al pronto soccorso in due diverse occasioni prima del decesso, un elemento che ora è al centro delle verifiche investigative.
Il padre ricoverato, salva la figlia maggiore
Il padre, Gianni Di Vita, anche lui rimasto intossicato, è attualmente ricoverato in condizioni stabili all’ospedale Spallanzani di Roma. La figlia maggiore della coppia, che non avrebbe partecipato al pasto consumato in famiglia, è stata invece ricoverata in via precauzionale nello stesso nosocomio e non risulta in pericolo di vita.
L’inchiesta: focus sui percorsi sanitari e sulle cure
Il procuratore Nicola D’Angelo ha chiarito che l’indagine mira innanzitutto a ricostruire l’intera sequenza degli interventi sanitari. Particolare attenzione viene riservata ai precedenti accessi al pronto soccorso della madre e della figlia, per verificare eventuali sottovalutazioni del quadro clinico o errori nell’applicazione dei protocolli diagnostici.
Vista la complessità del caso, sono stati disposti accertamenti multidisciplinari per valutare possibili negligenze o omissioni.
I controlli nell’abitazione e l’ipotesi di una tossinfezione
Nel frattempo, la polizia è tornata più volte nell’abitazione di Pietracatella per effettuare nuovi rilievi. Sono stati sequestrati e analizzati diversi alimenti consumati dalla famiglia il 24 dicembre, tra cui vongole, cozze, seppie, baccalà e funghi confezionati e certificati.
Gli accertamenti si estendono anche a una possibile contaminazione accidentale delle farine utilizzate in casa.
Il ruolo del mulino e l’ipotesi veleno per topi
Tra le piste al vaglio c’è anche quella legata a un mulino di proprietà di parenti del padre, dove nei mesi scorsi era stata effettuata una disinfestazione contro i roditori. Non si esclude che la farina possa essere stata contaminata da veleno per topi, ma al momento si tratta solo di una delle ipotesi investigative.
L’ASL: “Probabile tossinfezione, ma cause ancora ignote”
Sulla vicenda è intervenuta anche l’azienda sanitaria regionale. Il direttore generale Giovanni Di Santo ha riferito che le cause dei decessi non sono ancora note, ma che una prima certezza riguarda la presenza di una tossinfezione di origine sconosciuta. Non viene esclusa né un’intossicazione alimentare né una contaminazione chimica.
Secondo quanto spiegato, anche l’ospedale Spallanzani di Roma sta proseguendo le analisi cliniche per individuare l’origine dell’intossicazione.
L’ospedale: “Dimissioni condivise con i familiari”
In merito alle dimissioni dal pronto soccorso, la direzione sanitaria del Cardarelli ha precisato che sarebbero state concordate con i familiari, in quanto il quadro clinico iniziale presentava sintomi aspecifici. Il personale sanitario, secondo una prima valutazione interna, avrebbe seguito le linee guida e le buone pratiche previste.
L’inchiesta prosegue e solo gli esiti dell’autopsia e degli esami tossicologici potranno chiarire cosa abbia realmente causato la morte di madre e figlia e se vi siano state responsabilità evitabili.