Un giallo avvolge la morte di Giuseppe Monfreda, 76 anni, ex ferroviere di Sparanise, conosciuto in paese come Peppone. L’uomo, da tempo malato e con un passato segnato da un ictus, viveva con la moglie Agneska, 45 anni, di origine polacca, in un appartamento di via Ragozzino.
Il ritrovamento
Da giorni nessuno aveva notizie del pensionato, noto per il suo carattere riservato e per la vita appartata. A insospettire i vicini è stato il forte odore proveniente dall’abitazione. Allertati, i carabinieri della stazione locale, coordinati dalla Compagnia di Capua, sono intervenuti trovando il corpo dell’uomo in avanzato stato di decomposizione, riverso sul letto e coperto da un lenzuolo.
Al fianco del cadavere, la moglie, che non aveva segnalato il decesso per circa due settimane. Una scelta inspiegabile, su cui ora si concentrano le indagini.
Le prime verifiche
Sul posto è intervenuto anche un medico legale incaricato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Da un primo esame esterno non sono stati rilevati segni evidenti di violenza, ma le condizioni del corpo non hanno consentito approfondimenti accurati. L’autopsia, che sarà effettuata all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, chiarirà le cause del decesso, al momento attribuito con probabilità a motivi naturali.
Le indagini sulla moglie
La 45enne, in Italia regolarmente, è apparsa in stato di shock e non ha saputo fornire spiegazioni convincenti sull’omessa denuncia della morte del marito. È stata denunciata per occultamento di cadavere, ma le verifiche proseguono anche sul fronte economico: se, dopo il decesso, avesse riscosso la pensione del coniuge, potrebbe essere accusata di indebita percezione di emolumenti.
Va sottolineato che, anche in caso di decesso, la donna avrebbe comunque avuto diritto alla pensione di reversibilità. Gli investigatori non escludono quindi che il suo comportamento sia stato dettato da uno stato di confusione o da un forte trauma emotivo.





