Avete mai esultato per un gol subito dalla vostra squadra del cuore? O vi siete mai trovati a seguire con il fiato sospeso un anonimo posticipo di Serie A come Udinese-Sassuolo anche se tifate Milan, Inter, Juve o Napoli? Se la risposta è sì, la spiegazione è semplice: giocate al Fantacalcio. Un passatempo per alcuni, una vera e propria ossessione per altri. Il Fantacalcio è diventato un rito collettivo che coinvolge oltre sei milioni di italiani ogni stagione, capace di unire amici, colleghi e famiglie… e, spesso, di far nascere discussioni accese dopo l’asta o la domenica sera.
Le origini: da Milano al successo nazionale
Pochi sanno che il Fantacalcio è nato in Italia e non negli Stati Uniti, come molti credono. L’idea è di Riccardo Albini, un giornalista milanese appassionato di giochi, che negli anni ’80 scoprì il “Fantasy Football” americano. Decise di adattarlo al nostro campionato, introducendo un elemento unico: i voti dei quotidiani sportivi al posto delle statistiche numeriche.
Il primo esperimento risale al 1988 in un bar di Milano: otto amici provarono il gioco, e fu subito un successo. Due anni dopo arrivò anche il primo libro, che gettò le basi per una vera comunità di appassionati.
Dalla Gazzetta alle app: l’evoluzione del Fantacalcio
Negli anni ’90 e 2000 il Fantacalcio si è diffuso in tutta Italia grazie alla Gazzetta dello Sport, agli SMS e poi al web. Il sito Fantacalcio.it, lanciato nel 1998, segnò una svolta epocale. Con l’arrivo delle app, il gioco è diventato accessibile a tutti, ovunque e in qualsiasi momento.
Anche le regole si sono evolute: dai modificatori di difesa alle varianti introdotte direttamente dalla community, dimostrando come il Fantacalcio sia cresciuto insieme ai suoi giocatori.
Un fenomeno culturale italiano
Oggi il Fantacalcio non è solo un gioco, ma un vero fenomeno culturale. Ha reso centrali i voti dei giornalisti sportivi, ha spinto milioni di tifosi a seguire partite che altrimenti non avrebbero guardato e ha generato spin-off popolari come il FantaSanremo. Non a caso Netflix gli ha persino dedicato un film.
A quasi quarant’anni dalla sua nascita, il Fantacalcio rimane fedele a sé stesso: semplice, appassionante e capace di unire (e dividere) milioni di italiani. Come dice lo stesso Albini: “Non sono mai stato un esperto di calcio. Eppure il Fantacalcio, alla fine, è rimasto quello che volevo: un gioco capace di resistere al tempo.”





