Momenti di forte tensione nella serata di ieri all’interno della casa circondariale di Poggioreale, dove un detenuto affetto da gravi disturbi psichiatrici ha incendiato una busta della spazzatura e alcuni arredi presenti nella propria cella, innescando una situazione di emergenza.

A rendere nota la vicenda è la Con.Si.Pe. (Confederazione Sindacale Penitenziaria), che ha segnalato l’episodio come un ulteriore sintomo del malessere strutturale che attraversa il sistema penitenziario italiano.

Pronto intervento della polizia penitenziaria, ma sette agenti feriti
L’intervento tempestivo della polizia penitenziaria ha impedito che l’incendio si propagasse e causasse danni maggiori, ma durante le operazioni di messa in sicurezza, il detenuto ha reagito in modo violento, aggredendo gli agenti intervenuti.

Sette poliziotti sono rimasti feriti e hanno successivamente ricevuto cure mediche, con referti che certificano le lesioni riportate.

Sindacati: “Serve un intervento strutturale per la gestione dei detenuti psichiatrici”
Secondo Luigi Castaldo, vicepresidente della Con.Si.Pe., e il dirigente nazionale Santoriello, l’episodio evidenzia una delle principali criticità dell’attuale sistema penitenziario: la gestione dei detenuti con disturbi mentali, che troppo spesso ricade sulle spalle di personale non adeguatamente formato né dotato dei mezzi necessari.

“È urgente un intervento strutturale che preveda reparti specializzati, risorse dedicate e formazione specifica per il personale penitenziario,” dichiarano i rappresentanti sindacali. “Le carceri non possono continuare a essere l’unico presidio per problematiche sanitarie complesse, che richiedono strumenti, competenze e supporti specifici.”

Una questione nazionale: sicurezza e salute in carcere
L’episodio di Poggioreale si inserisce in un quadro nazionale già segnato da sovraffollamento, carenze organiche e difficoltà nella gestione di detenuti con fragilità psichiatriche. I sindacati chiedono un confronto immediato con il Ministero della Giustizia e interventi normativi volti a riequilibrare il rapporto tra carcere e assistenza sanitaria.