Una tranquilla domenica di sport giovanile si è trasformata in un incubo al termine di un’amichevole Under 13 allo stadio comunale di Arezzo. Un arbitro di soli 18 anni è stato vittima di una violenta aggressione da parte del padre di un giocatore della Vis Pesaro. L’uomo, un operaio 45enne, ha colpito il giovane con pugni, morsi e, successivamente, con una sedia di plastica, provocandogli ferite gravi.

L’episodio, avvenuto nel tardo pomeriggio e lontano dagli occhi della maggior parte dei genitori e allenatori, ha lasciato l’arbitro con una prognosi di 40 giorni, a causa di costole rotte, clavicole fratturate ed ematomi diffusi. Il giovane è stato trasportato in ospedale, dove ha ricevuto le cure necessarie fino all’una di notte.

L’Aggressione e l’Intervento delle Forze dell’Ordine
I Carabinieri di Arezzo sono intervenuti prontamente, fermando il responsabile. Si tratta di un 45enne non originario di Pesaro ma residente nella zona. Per lui è scattata d’ufficio la denuncia per lesioni aggravate, un’accusa aggravata dall’uso di una sedia come arma e dal contesto di una manifestazione sportiva. Le forze dell’ordine stanno inoltre valutando se sussistano gli estremi per un’accusa di sequestro di persona, poiché le videocamere di sorveglianza hanno ripreso l’aggressore entrare nello spogliatoio dove si trovava l’arbitro e chiudere la porta alle sue spalle.

Antonio Zappi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) di Arezzo, ha espresso profondo sdegno, definendo il gesto “animalesco” e “inqualificabile”. Zappi ha raccontato il forte supporto fornito dalla sua associazione e dai colleghi al giovane arbitro e alla sua famiglia, rimasti al loro fianco in ospedale.

Le Reazioni e le Conseguenze
Devin Alacqua, dirigente della Vis Pesaro e viceallenatore degli Under 13, è stato tra i primi a riconoscere l’aggressore. Alacqua ha sottolineato il suo compito di “raccogliere i cocci del trauma di tutti i ragazzi presenti”, inclusa la seconda vittima di questa vicenda: il figlio dell’aggressore, totalmente innocente ma profondamente colpito dall’accaduto.

La dinamica esatta che ha scatenato una tale furia rimane incerta, sebbene si ipotizzi un’incontrollata reazione al presunto arbitraggio “compromesso” in una partita conclusasi 2-1 per l’Arezzo dopo i rigori. Alacqua ha lamentato l’assenza di un servizio di sorveglianza negli spogliatoi, che avrebbe potuto prevenire l’escalation della violenza.

La Vis Pesaro ha reagito con fermezza, esprimendo la propria condanna per l’accaduto. La società ha immediatamente applicato un “Daspo informale” al genitore, disponendo la sua sospensione immediata dall’accesso alle partite, a data da destinarsi. “La violenza, verbale e fisica, non sarà mai tollerata all’interno delle nostre strutture”, ha dichiarato la Vis Pesaro. Lo stesso Alacqua ha ammesso di non aver mai assistito a un episodio di tale gravità in undici anni di carriera.