Una donna di 30 anni, residente a Miano, quartiere nella zona nord di Napoli, si è vista negare dall’Asl l’esenzione del ticket sanitario per reddito, nonostante sia disoccupata e madre single. Il motivo del rifiuto sarebbe la presenza di vecchi debiti con due diverse aziende sanitarie locali, risalenti al 2012 e al 2016, per un importo complessivo di circa 300 euro.
A segnalare la vicenda è Roberto Capasso, rappresentante di Assoutenti Campania, che ha denunciato pubblicamente quanto accaduto, sottolineando la gravità della decisione. Secondo l’associazione, infatti, tale provvedimento le impedisce di accedere alle cure, violando il diritto fondamentale alla salute.
“Non si comprende perché l’Asl debba farsi carico di recuperare in questo modo i presunti debiti dei contribuenti”, ha dichiarato Capasso. “Per noi è una chiara limitazione del diritto alla salute. L’esenzione deve essere concessa subito, mentre l’eventuale recupero delle somme andrebbe affidato agli enti preposti, come le società di riscossione.”
La donna, in evidente stato di difficoltà economica, si è rivolta ad Assoutenti per ricevere assistenza. Oltre a dover provvedere al mantenimento del figlio, non dispone dei mezzi economici necessari per affrontare le spese sanitarie. A complicare la situazione, dal 2023 il rinnovo dell’esenzione non avviene più in modo automatico, ma richiede una domanda formale da presentare online tramite SPID o in forma cartacea presso gli sportelli competenti.
Secondo Capasso, il blocco è motivato da due debiti sanitari risalenti a oltre dieci anni fa: uno con l’Asl Napoli 1 datato 2012, l’altro con l’Asl Napoli 2 del 2016. “Se la signora non li salda, non potrà ottenere l’esenzione”, ha spiegato. Una decisione che, a giudizio di Assoutenti, mina l’accesso alle cure essenziali, rendendo urgente un intervento da parte delle istituzioni competenti.