In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Maria Rosaria Boccia ha deciso di rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Con una lettera aperta, Boccia denuncia pubblicamente mesi di sofferenze personali e professionali, attribuendo la responsabilità a una narrazione mediatica e politica che ritiene lesiva della propria dignità.

La denuncia di Maria Rosaria Boccia
Boccia, coinvolta in una vicenda legata alle dimissioni dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha espresso la sua frustrazione per il trattamento subito. Nella lettera, sottolinea come il messaggio veicolato dalla premier Giorgia Meloni abbia alimentato una percezione negativa e, a suo dire, “fuorviante” della sua persona.

«Dalla fine della stagione estiva sono costretta ad assistere quotidianamente a una mortificazione della mia persona in quanto donna, senza precedenti», scrive Boccia.

L’autrice della lettera denuncia una campagna diffamatoria alimentata da media poco inclini a contrastare il potere, che avrebbe compromesso la sua vita personale e professionale.

L’accusa alla Premier Meloni
Boccia accusa la presidente del Consiglio di aver contribuito a consolidare una narrativa che svaluta le donne. Secondo Boccia, Meloni, nell’intento di difendere il partito e alcune sue scelte politiche, avrebbe favorito la diffusione di un’immagine “fuorviante e violenta” che la dipinge come una figura senza morale.

«Il messaggio allusivo, lontano dall’emancipazione dei nostri tempi, diventa estremamente violento se lanciato dalla Presidente del Consiglio», aggiunge Boccia.

Le richieste a Mattarella
Rivolgendosi a Sergio Mattarella, Boccia chiede un intervento diretto per garantire la dignità delle donne, evidenziando la necessità di maggiore sensibilizzazione su un tema così delicato. La giornata internazionale contro la violenza sulle donne diventa per Boccia un’occasione per riflettere sull’ipocrisia con cui si affronta il tema nel panorama italiano.

«La condanna sociale inflittami è la violenza più dura che sto subendo, contro la quale rischio di non avere la forza di combattere».

Boccia sottolinea anche l’inefficacia delle istituzioni nel tutelarla, nonostante i suoi sforzi per sollecitare interventi.

Il contesto e le implicazioni
La lettera di Maria Rosaria Boccia solleva interrogativi su come le figure pubbliche e le istituzioni trattino le donne nel dibattito pubblico. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulla violenza psicologica e sociale che spesso colpisce le donne, specialmente quando occupano posizioni di rilievo o sono al centro di polemiche.