Un nuovo episodio di introduzione illegale di telefoni cellulari si è verificato nel carcere di Secondigliano, dove un pacchetto contenente diversi telefoni completi di caricabatterie è stato rinvenuto dagli agenti della polizia penitenziaria. Questo evento sottolinea ancora una volta le problematiche legate alla sicurezza all’interno degli istituti penitenziari italiani, con particolare preoccupazione per la Campania.
Il Ruolo della Polizia Penitenziaria
A rendere pubblica la notizia è infatti il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe), attraverso la responsabile regionale Tiziana Guacci, che ha espresso il proprio ringraziamento al reparto di polizia penitenziaria in servizio a Secondigliano per il tempestivo intervento. Guacci ha colto l’occasione per ribadire il bisogno di strumenti tecnologici avanzati per contrastare l’ingresso di droga e telefoni cellulari all’interno delle carceri, problemi ormai cronici nella regione.
Il Monito del Segretario Generale del Sappe
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha denunciato con fermezza la crescente presenza di telefoni cellulari nelle carceri, definendo la situazione come “seria e drammatica”. Capece ha sottolineato che l’introduzione o il possesso di cellulari nelle strutture penitenziarie costituisce un reato punibile con una pena che può variare da uno a quattro anni di reclusione.
Richiesta di Interventi Concreti
Capece e Guacci hanno rinnovato l’appello ai vertici regionali e nazionali dell’amministrazione penitenziaria, chiedendo quindi interventi rapidi e concreti per affrontare questa emergenza. La richiesta è quella di fornire agli agenti della polizia penitenziaria strumenti tecnologici adeguati per intensificare i controlli e prevenire il traffico illegale di oggetti proibiti all’interno delle carceri.