Resta sospeso tra legittima difesa e omicidio volontario il procedimento penale sul delitto avvenuto giovedì notte a Forcella, dove Lucia Salemme, 58 anni, ha ucciso il marito Ciro Rapuano durante una violenta lite domestica.

La ricostruzione della donna

Davanti agli investigatori, Salemme ha ammesso di aver colpito il marito con un coltello, sostenendo però di aver agito per salvarsi la vita. A suo dire, l’uomo era solito avere comportamenti violenti, al punto da tenere nascosti due coltelli sotto il cuscino.

Durante la colluttazione, la donna avrebbe afferrato uno dei coltelli e inferto numerosi fendenti, in diverse parti del corpo: braccia, schiena, collo, coscia e persino alla testa, dove la lama è rimasta conficcata. Secondo le prime stime, le coltellate potrebbero essere state addirittura una cinquantina, ma sarà l’autopsia a stabilire con precisione il numero dei colpi mortali.

I dubbi degli inquirenti

Il nodo dell’indagine riguarda la sproporzione tra le ferite riportate dalla donna – un taglio al braccio – e la brutalità della scena del crimine. Rapuano è stato trovato riverso sul letto, in una posizione anomala, che fa pensare fosse sveglio durante l’aggressione. Un dettaglio che, se confermato, rafforzerebbe la versione della moglie secondo cui l’uomo stava tentando di colpirla.

L’appartamento di via Sant’Arcangelo a Baiano, dove si è consumato il delitto, presentava tracce di sangue ovunque, segno di una colluttazione violenta.

L’udienza di convalida

Questa mattina alle 11 si terrà l’udienza di convalida dell’arresto davanti al gip. L’imputata, assistita dall’avvocato Nicola Pinto, avrà l’occasione di chiarire la propria versione dei fatti. Secondo quanto trapelato, la lite sarebbe iniziata per un rimprovero del marito riguardo a una spesa non concordata.