Le lavoratrici madri della pubblica amministrazione con due o più figli riceveranno un bonus mamma, incluso il pagamento degli arretrati da gennaio, che potrebbe arrivare fino a 750 euro netti in più con il cedolino di maggio. Questo bonus, previsto dalla legge di bilancio per quest’anno, mira a sostenere le politiche della natalità, offrendo un sollievo finanziario alle madri lavoratrici. Dopo alcune difficoltà burocratiche, finalmente anche le dipendenti pubbliche con contratto a tempo indeterminato, e con due o più figli, potranno godere di questo beneficio. Il bonus si traduce nell’azzeramento dei contributi previdenziali a carico del lavoratore, corrispondenti al 9,19% della retribuzione, fino a un massimo di tremila euro lordi annui, il che può significare un aumento dello stipendio fino a circa 150 euro netti al mese.

Il bonus mamma è destinato alle lavoratrici madri con tre o più figli fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo e, per il periodo dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, anche alle lavoratrici madri con due figli fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo possono ottenere il pagamento, come detto con gli arretrati. Le lavoratrici con contratto a tempo determinato sono escluse, mentre hanno diritto al bonus quelle con un contratto di somministrazione o che sono in apprendistato. Le lavoratrici autonome, invece, dovranno pagare interamente la propria contribuzione.

Per richiedere il bonus, le lavoratrici madri devono comunicare i codici fiscali dei figli all’INPS attraverso il datore di lavoro. Non c’è un limite di reddito per ottenere il beneficio, il che significa che potenzialmente tutte le lavoratrici dipendenti possono farne richiesta. Tuttavia, c’è un limite all’importo di contribuzione esentata, fissato a 3.000 euro annui.

Secondo i calcoli dell’Upb, le lavoratrici non pagheranno contributi fino a circa 32.600 euro di retribuzione lorda; oltre tale soglia, i contributi dovuti sono calcolati in base all’aliquota contributiva, che diventa metà dell’aliquota legale oltre i 65.000 euro di retribuzione lorda.