Dopo un intervento chirurgico perfettamente riuscito per la rimozione di un tumore, un uomo originario del Napoletano è deceduto a causa di gravi infezioni post-operatorie provocate da carenze nei protocolli di prevenzione.
È quanto stabilito dal Tribunale civile di Salerno, che ha condannato la struttura sanitaria al risarcimento milionario dei familiari della vittima.

La vicenda è resa nota dallo studio legale associato Maior, che ha assistito la famiglia nel procedimento giudiziario.

L’intervento e il peggioramento improvviso

Il paziente era stato sottoposto a un intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore, conclusosi con esito positivo.
Secondo quanto riportato nel comunicato dello studio legale, le condizioni cliniche iniziali facevano sperare in una piena guarigione. Tuttavia, nei giorni successivi all’operazione, il quadro clinico è drammaticamente peggiorato per la comparsa di infezioni nosocomiali multiresistenti insorte nel decorso post-operatorio.

Le infezioni, contratte in ambiente ospedaliero, hanno compromesso irrimediabilmente lo stato di salute del paziente, portandolo al decesso nonostante i successivi tentativi terapeutici.

Le perizie: «Gravi carenze nei protocolli di prevenzione»

I familiari della vittima avevano avviato un accertamento tecnico preventivo presso il Tribunale di Salerno.
I consulenti nominati dal giudice – un infettivologo e un medico legale – hanno documentato gravi violazioni delle procedure di igiene e sicurezza nella struttura ospedaliera, confermando che le infezioni post-operatorie furono la causa diretta del decesso.

Dalle perizie è emerso che il mancato rispetto dei protocolli di prevenzione ha favorito la diffusione di batteri multiresistenti, impedendo qualsiasi possibilità di recupero del paziente.

La sentenza: «La sicurezza post-operatoria è parte della cura»

Con la sentenza, il Tribunale ha riconosciuto alla famiglia un risarcimento di entità milionario, accertando la responsabilità della struttura sanitaria per negligenza nella gestione post-operatoria.

«Questo risultato – hanno dichiarato gli avvocati dello studio Maior – non rappresenta soltanto un riconoscimento del dolore di una famiglia, ma anche un segnale forte per il sistema sanitario.
Le strutture ospedaliere devono garantire non solo la buona riuscita degli interventi, ma anche la sicurezza dei pazienti dopo l’operazione, attraverso l’applicazione rigorosa dei protocolli di igiene e prevenzione. La tutela della salute – aggiungono – non si esaurisce in sala operatoria».