Dopo quasi otto anni di indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia del Gruppo di Castello di Cisterna, su delega del Procuratore Distrettuale di Napoli, hanno fatto luce sull’omicidio di Francesco Esposito. Cinque persone sono finite in carcere, mentre un sesto individuo è posto agli arresti domiciliari. La vicenda, caratterizzata da un agguato mortale, ha svelato connessioni con le dinamiche mafiose che permeano il territorio di Napoli e provincia.
Il Crimine:
Il 5 febbraio 2016, Francesco Esposito, legato al clan Mazzarella, rimase freddato con un colpo di pistola al petto mentre usciva dalla sua abitazione a Marigliano, nel Napoletano. L’omicidio, caratterizzato da una precisione spietata, ha gettato luce su una faida in corso tra differenti clan e gruppi criminali nella zona, tutti intenti a consolidare la propria egemonia su Marigliano e comuni limitrofi.
Le Indagini e le Custodie Cautelari:
Dopo un lungo e accurato lavoro investigativo, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda). Cinque individui sono destinatari di custodia in carcere, mentre una sesta persona è stata posta agli arresti domiciliari. Ogni sospettato è individuato con un ruolo specifico nell’omicidio, fungendo da mandante, organizzatore o esecutore materiale.
Contesto Mafioso:
La vicenda ha gettato ulteriore luce sul contesto mafioso che caratterizza la criminalità organizzata a Napoli e provincia. Le rivalità tra clan e gruppi criminali per il controllo del territorio sembrano essere state la causa scatenante dell’omicidio di Esposito, offrendo uno sguardo profondo alle dinamiche complesse e pericolose che permeano questa realtà.





