A distanza di un anno e mezzo dai fatti, è stato rinviato a giudizio Antonio Baldi, 39 anni di Montecalvario, accusato di aver minacciato i familiari della vittima all’esterno della cittadella giudiziaria dei Colli Aminei. Il provvedimento arriva dopo il corteo di tensione seguito alla condanna del figlio minorenne di Baldi, già ritenuto responsabile dell’omicidio del giovane musicista Giovanbattista “Giogiò” Cutolo.
I fatti
Il 19 marzo 2024, poche ore dopo che il figlio di Baldi aveva ricevuto la condanna a 20 anni di reclusione (pena poi divenuta definitiva), Baldi avrebbe avuto un alterco con i parenti della vittima fuori dall’aula. Secondo le accuse, avrebbe minacciato il padre di Giovanbattista, Franco Cutolo, e altri due congiunti mimando con le dita l’esplosione di colpi d’arma da fuoco e pronunciando frasi minacciose come: «Vieni vieni, ti rompo il c… vieni sopra ai Quartieri, vi vengo a prendere uno ad uno».
Procedura giudiziaria in corso
Nei giorni scorsi a Baldi è notificato il decreto di citazione: ieri si è presentato davanti al giudice monocratico del Tribunale di Napoli, Piero Rocco, per l’udienza predibattimentale. L’imputato è difeso dall’avvocato Davide Piccirillo. Si è costituito parte civile il padre della vittima, assistito dall’avvocato penalista Antonio Borrelli.
Baldi è ora formalmente imputato per le minacce rivolte ai tre familiari; il processo dovrà accertare modalità e responsabilità dell’episodio.
Il contesto della vicenda
La vicenda che aveva portato alla condanna del figlio è nota e drammatica: Giovanbattista Cutolo finì ucciso in piazza Municipio il 31 agosto 2023, in seguito a una lite per futili motivi. Il processo abbreviato si era concluso nel marzo 2024 con la condanna a 20 anni per il giovane autore del delitto; la pena è poi divenuta definitiva non essendo proposto appello. In base alla legge Cartabia, la pena potrebbe in futuro beneficiare di una riduzione di un sesto.
Atmosfera e reazioni
All’esterno del Tribunale per i Minorenni, la giornata della sentenza era contraddistinta da forte tensione emotiva: parenti e amici della vittima, molti dei quali colleghi musicisti, si erano radunati e avevano espresso richieste di giustizia, mentre la famiglia del condannato aveva reagito con durezza. I fatti contestati a Baldi sono emersi proprio in quel contesto, alla presenza di forze dell’ordine che intervennero per separare le parti.





