È stato il giorno del dolore a Paupisi, in provincia di Benevento, dove la comunità si è stretta attorno alle famiglie Polcino e Ocone per dare l’ultimo saluto a Elisa e al figlio Cosimo, vittime del tragico duplice omicidio avvenuto lo scorso 30 settembre.

La chiesa di Santa Maria del Bosco non è riuscita a contenere le centinaia di persone accorse per partecipare ai funerali, celebrati dall’arcivescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca. Durante l’omelia, il presule ha rivolto un accorato appello: «Chiediamo al Signore che episodi del genere non si verifichino mai più».

Il sindaco di Paupisi, Antonio Coletta, ha proclamato il lutto cittadino, invitando la popolazione a unirsi nel silenzio e nella preghiera. «L’amministrazione comunale – si legge nella nota ufficiale – si unisce con profonda commozione al dolore per la scomparsa di Elisa e del piccolo Cosimo, vittime innocenti di una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità».

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, nelle prime ore del 30 settembre, Salvatore Ocone, 58 anni, avrebbe colpito nel sonno la moglie Elisa Polcino, 49 anni, con una grossa pietra, provocandone la morte immediata.

Successivamente l’uomo si sarebbe scagliato contro i figli di 16 e 15 anni, colpendoli allo stesso modo. Poi avrebbe caricato in auto i corpi dei ragazzi e sarebbe fuggito.

Il più giovane, Cosimo, è deceduto sul colpo. La sorella, invece, è ritrovata ancora viva quando, circa dieci ore dopo, i carabinieri hanno rintracciato Ocone a Ferrazzano, in provincia di Campobasso. La ragazza è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico ed è attualmente ricoverata in prognosi riservata all’ospedale di Pozzilli (Isernia), con gravi lesioni alla testa.

Il dolore della comunità

Paupisi si è fermata per rendere omaggio a Elisa e Cosimo. Negozi chiusi, bandiere a mezz’asta e un silenzio composto hanno accompagnato la cerimonia funebre.

Il sindaco Coletta ha espresso vicinanza anche agli altri figli della coppia, Antonia e Mario, quest’ultimo assente al momento della tragedia perché vive e lavora in un’altra regione.

«Siamo una piccola comunità e questa ferita resterà a lungo – ha dichiarato il primo cittadino –. Ci stringiamo intorno ai familiari, nella speranza che la solidarietà collettiva possa dare loro almeno un po’ di conforto».