Ilaria Salis ha annunciato di aver presentato querela contro Severino Nappi, capogruppo della Lega nel consiglio regionale della Campania. Al centro della vicenda, un’immagine generata con l’intelligenza artificiale – e non una fotografia reale – che ritrae l’europarlamentare tra due agenti di polizia, in quello che appare come un arresto simulato.

Il contesto del post e la ricostruzione dei fatti
L’immagine è stata condivisa da Nappi in un post pubblicato su Facebook, nel quale la figura di Salis è usata per commentare l’approvazione del decreto sicurezza. Sul visual, realizzato con tecniche di intelligenza artificiale generativa, si legge: “Sgomberi più rapidi per chi occupa le case. Pd e compagni insorgono”. Il tutto sotto la testata di Libero e il titolo: “Un decreto per fermare i casi Ilaria Salis”. A corredo del post, Nappi ha aggiunto: “Basta casi Ilaria Salis. La casa è sacra e non si tocca”.

Il contenuto è apparso fuorviante non solo per la forma grafica simile a quella di una testata giornalistica, ma soprattutto per l’immagine deepfake utilizzata, che lascia intendere un arresto mai avvenuto.

La reazione e le motivazioni della querela
Attraverso il proprio profilo Instagram, Salis ha replicato duramente e ha annunciato l’avvio delle vie legali. Riportando direttamente il contenuto contestato, l’attivista milanese ha dichiarato:

“L’uso di deepfake – immagini di persone reali manipolate con l’intelligenza artificiale per rappresentarle, a piacimento dell’autore della manipolazione, in determinati contesti o situazioni – è un attacco grave e sleale alla verità e alla dignità dell’individuo.”

Ha poi proseguito:

“È inaccettabile che strumenti così pericolosi vengano usati per screditare un avversario politico, o chiunque altro. Come spesso accade, l’estrema destra – priva di contenuti e argomenti reali – eccelle nell’arte della diffamazione, sperimentando senza scrupoli le nuove frontiere digitali della menzogna e della manipolazione.”

Infine, Salis ha comunicato che eventuali risarcimenti saranno interamente devoluti ai movimenti per il diritto all’abitare, sottolineando l’impegno politico alla base della sua denuncia pubblica.

Il nodo legale e politico dell’uso dei deepfake
Il caso solleva interrogativi rilevanti sul rapido utilizzo dell’intelligenza artificiale nel dibattito pubblico e politico, soprattutto in relazione al potenziale diffamatorio delle immagini manipolate. In un contesto segnato da un’escalation di contenuti artefatti e fake news, la vicenda rilancia il dibattito sull’urgenza di strumenti normativi più chiari e vincolanti per l’uso corretto di queste tecnologie.