La recente Legge di Bilancio ha introdotto diverse innovazioni, tra cui il Bonus Mamme, che rappresenta un importante sostegno per le lavoratrici madri italiane. Questo beneficio offre un esonero dalla contribuzione previdenziale fino al 9,19% della retribuzione, con un massimo di 3000 euro all’anno, distribuiti su base mensile. Inizialmente destinato alle lavoratrici con almeno tre figli, a partire dal 2024 è stato esteso anche alle madri con due figli, in via sperimentale. Il bonus è applicabile a tutte le dipendenti, sia nel settore pubblico che privato, compresi quelli agricolo, in somministrazione e in apprendistato, con contratti a tempo indeterminato.

Beneficiarie e Simulazione:

Le beneficiarie del Bonus Mamme sono oltre 681 mila lavoratrici madri, appartenenti ai 6,4 milioni di nuclei familiari che ricevono l’Assegno Unico Universale (AUU). Una simulazione de Il Sole 24 Ore offre un’idea chiara dei vantaggi di questo bonus. Consideriamo il caso di una lavoratrice apprendista con una retribuzione mensile imponibile di 1.900 euro e un’aliquota contributiva del 5,84%. In questo caso, il Bonus Mamme comporterebbe un aumento mensile di 110,96 euro in busta paga.

Ulteriori Precisazioni:

Considerando una lavoratrice assunta a tempo indeterminato con una retribuzione imponibile mensile di 2.692 euro, l’aliquota contributiva a suo carico del 9,19% porterebbe a un esonero mensile di 247,39 euro.

In un altro scenario, supponiamo un reddito annuo di circa 35.000 euro, tre figli minori e un componente disabile al di fuori dei figli, con un ISEE di 9.014 euro. In questo caso, l’assegno unico universale ammonta a 794,8 euro. Aggiungendo il Bonus Mamme, le due misure porterebbero a un totale di 1.042,2 euro in busta paga.