La controversia legale tra il Governo e la Regione Campania riguardo al decreto per il dimensionamento scolastico ha recentemente avuto un nuovo colpo di scena. Il Consiglio di Stato ha emesso un decreto cautelare monocratico, accogliendo l’impugnativa del Ministero dell’Istruzione e del Merito contro l’ordinanza del Tar Campania datata 30 ottobre, la quale aveva accolto il ricorso della Regione.
Nella sua decisione, il Consiglio di Stato ha sottolineato la necessità di sospendere l’esecutività dell’ordinanza del Tar Campania, poiché la sua esecuzione comprometterebbe in modo irreversibile le procedure amministrative in corso in tutte le regioni italiane per consentire il corretto ridimensionamento della rete scolastica e garantire l’avvio regolare delle attività didattiche nel rispetto delle tempistiche imposte dagli obblighi assunti dall’Italia a livello europeo.
Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha accolto con soddisfazione la decisione del Consiglio di Stato, commentando che ha ristabilito l’ordine in mezzo alle controversie regionali.
Anche il senatore campano della Lega, Gianluca Cantalamessa, ha espresso approvazione per la presa di posizione del Consiglio di Stato, sottolineando che la decisione ha impedito che l’ordinanza del Tar Campania pregiudicasse il piano previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ha inoltre mostrato fiducia riguardo alla possibilità di avanzare nella riforma richiesta dall’Europa, in grado di gestire in modo ottimale le istituzioni scolastiche, migliorando l’offerta didattica, specialmente nelle zone più svantaggiate.
Tuttavia, l’assessore alla Scuola della Regione Campania, Lucia Fortini, si è mostrata “particolarmente dispiaciuta”, ribadendo che la riduzione del numero di autonomie non interferisce affatto con il PNRR. Ha dichiarato che non è specificato nel PNRR che debbano esserci meno scuole in Campania o in altre regioni. Ha inoltre sottolineato l’importanza della pronuncia della Corte Costituzionale, prevista per il 21 novembre, indicando che sarà la Corte a dover decidere sulla questione.





