“La situazione attuale nei Campi Flegrei è abbastanza critica dal punto di vista della sismicità: dal 2006 a oggi il suolo si è sollevato di circa 1 metro e 10cm, parliamo di 15-20 cm in più rispetto al livello del suolo massimo raggiunto nel 1984”. Lo sottolinea all’Adnkronos Giuseppe De Natale, vulcanologo della Società Italiana Geologia Ambientale, ribadendo la necessità di “verificare la vulnerabilità degli edifici intorno all’area e procedere allo sgombero ilo prima possibile”. Secondo l’esperto, la situazione dei Campi Flegrei – a ovest di Napoli nell’area del golfo di Pozzuoli, uno dei centri vulcanici più attivi al mondo – è molto seria.
“Il sollevamento del suolo al quale stiamo assistendo testimonia che c’è una sorgente di pressione interna al sistema che, oltre a generare una pressione che aumenta a profondità tra 0 e 3 km circa, genera il sollevamento del suolo, spacca le rocce e produce i terremoti. Già nel 2018 ho informato le istituzioni scientifiche che il perdurare del sollevamento del suolo e l’aumento della pressione interna avrebbe portato ad un aumento della sismicità, sia in numero di scosse, quindi in frequenza, sia in magnitudo”.
De Natale ha anche avvisato che “se il livello del suolo si fosse avvicinato o avesse superato quello dell”84, avremmo avuto una sismicità simile o anche più forte di quella del 1983-84. Ed è esattamente quello che sta succedendo. Dal 2006 a oggi la sismicità è progressivamente aumentata, noi la percepiamo soltanto negli ultimi mesi ma i terremoti c’erano già prima, erano pochi, essenzialmente strumentali, non avvertiti dalla popolazione”.