Nel carcere di Bellizzi Irpino, la disperazione di un padre separato dal figlio ha portato a un gesto estremo che ha commosso e scosso profondamente tutti i presenti. L’uomo, consapevole degli errori commessi, è stato sopraffatto dalla sofferenza per la lontananza dal figlio, al punto di autoinfliggersi profondi tagli ai polsi e alle braccia con una lametta.

L’intervento Provvidenziale
Gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti tempestivamente, riuscendo a salvare il detenuto grazie anche alla presenza provvidenziale dell’avvocato Giovanna Perna. La Perna, responsabile dell’Osservatorio Carceri Campane e parte dello staff del garante provinciale, si trovava nella struttura per conto del centro di giustizia riparativa “Il Lampione della Cantonata”.

Il Racconto dell’Avvocato Perna
L’avvocato Perna ha raccontato quei drammatici momenti: «Stavo per entrare nel carcere per uno degli incontri programmati e autorizzati di giustizia riparativa. Ho notato che c’era una situazione di emergenza. Un detenuto, a torso nudo, aveva un braccio che sanguinava copiosamente. In mano teneva una lametta e attorno a lui c’era un gruppo di agenti penitenziari che cercavano di dissuaderlo».

Il Dialogo Salvifico
Nonostante la tensione alle stelle, la Perna ha chiesto di intervenire e ha iniziato a dialogare con il detenuto, che era chiaramente in preda alla rabbia e alla disperazione. Con voce calma e gentile, gli ha chiesto di consegnarle la lametta, sottolineando l’amore per il figlio e il dolore che avrebbe provato nel vederlo in quelle condizioni. Questo approccio umano ha toccato il cuore del detenuto, che ha infine ceduto la lametta all’avvocato.

La Causa della Disperazione
Il gesto disperato del detenuto è stato innescato dal trasferimento dal penitenziario di Aversa a quello di Bellizzi Irpino, che ha reso praticamente impossibili i colloqui con il figlioletto, affidato all’anziana madre residente a Castelvolturno. La nonna, data la distanza e le difficoltà logistiche, non riesce a portare il bambino ad Avellino per le visite.

Impegno per il Futuro
L’avvocato Perna ha quindi promesso al detenuto di fare tutto il possibile per risolvere la situazione e permettergli di continuare a vedere il figlio. La vicenda è documentata in una relazione del garante provinciale, che sarà inviata alle autorità competenti dell’amministrazione penitenziaria e alla direzione del carcere di Avellino.

Una Realità Quotidiana
«Sono 24 anni che mi occupo di carcere. Questo è il minimo che potessi fare. Situazioni simili accadono purtroppo quotidianamente all’interno delle carceri», ha concluso la Perna, evidenziando la cruda realtà della vita dietro le sbarre e l’importanza di interventi umani e tempestivi in contesti di disperazione estrema.