Le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno annunciato uno sciopero di 24 ore, che avrà luogo dalle 8 del 17 giugno alle 8 del 18 giugno, coinvolgendo tutti i servizi ospedalieri e territoriali della Asl Napoli 1 esternalizzati in appalto alla cooperazione sociale. Questa decisione è stata presa al termine di una procedura di raffreddamento conclusasi con esito negativo presso la Prefettura di Napoli, dove la Asl ha brillato per la sua assenza dal tavolo dei negoziati. La direzione dell’azienda sanitaria ha mantenuto un atteggiamento analogo anche la settimana precedente, rifiutando il confronto con lavoratori e sindacati riuniti in assemblea davanti ai propri uffici.
Per un giorno, la città di Napoli si troverà priva dei servizi forniti dagli operatori socio-sanitari, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali e psicologi che, per oltre un decennio, hanno garantito tutti i servizi ospedalieri e territoriali. Questi lavoratori, sfruttati dal servizio pubblico quando le assunzioni dirette erano vietate, ora rischiano di perdere il posto di lavoro.
I tre segretari sindacali con delega al Terzo Settore, D’Acunto, Migliore e Torino, hanno dichiarato: «Non possiamo fare altrimenti, vista l’atteggiamento assunto dalla Asl che si rimangia le garanzie offerte solo poche settimane fa».
Nella mattinata odierna, una nuova manifestazione si è svolta sotto la sede del Consiglio regionale, con le delegazioni dei lavoratori ricevute dalla vicepresidente del Consiglio Valeria Ciarambino e dai consiglieri di maggioranza Di Fenza e Venanzoni. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto un’azione decisa per garantire l’applicazione della mozione approvata all’unanimità lo scorso febbraio dal consiglio regionale, relativa alla legge 234/2001. Tale legge consente alle Asl ed alle aziende ospedaliere di riservare il 50% dei posti disponibili a concorso agli operatori delle cooperative che avevano fornito le loro prestazioni durante la pandemia.
A quattro mesi di distanza dall’emanazione di una circolare esecutiva di quella mozione da parte della Regione, la Asl Napoli 1 non ha ancora agito, ma ha attivato una serie di azioni di reclutamento che mettono a rischio quasi 300 posti di lavoro.