All’anagrafe di Borgo Virgilio, nel Mantovano, una situazione apparentemente ordinaria si è trasformata in un caso complesso. Una persona, presentatasi come un’anziana signora per rinnovare la carta d’identità, indossava un abbigliamento curato in stile anni Settanta, perle al collo e un leggero trucco. Tuttavia, alcuni tratti fisici giudicati incongruenti con l’età dichiarata hanno attirato l’attenzione dell’impiegata allo sportello.
La funzionaria ha segnalato subito le anomalie, dando avvio a controlli più approfonditi. Il confronto tra la fotografia appena acquisita e quella riportata su un vecchio documento, scaduto da dieci anni, ha contribuito ad alimentare ulteriore incertezza: il volto riprodotto nella nuova immagine appariva compatibile solo in parte con quello del documento originario, appartenuto a Graziella Dall’Oglio, vedova di un medico e residente da anni nel comune.
Gli accertamenti preliminari hanno condotto verso un’ipotesi diversa da quella dichiarata allo sportello. Secondo quanto ricostruito, la persona che aveva tentato di rinnovare la carta d’identità non sarebbe stata la titolare del documento, ma il figlio, un uomo con precedenti esperienze nell’ambito sanitario. L’ipotesi investigativa è che si fosse presentato indossando abiti e accessori femminili nel tentativo di sostituirsi alla madre.
Al momento della convocazione successiva per la prosecuzione della pratica, gli agenti della polizia locale hanno incontrato l’uomo e lo hanno accompagnato presso l’abitazione familiare per ulteriori verifiche. Nell’appartamento, in una stanza chiusa da tempo, è stato rinvenuto un corpo femminile in avanzato stato di conservazione, attribuibile secondo le prime valutazioni alla signora Dall’Oglio. Saranno gli accertamenti medico-legali a stabilire l’epoca e le cause della morte.
Parallelamente, gli investigatori stanno esaminando la documentazione fiscale e previdenziale relativa alla donna: dalle prime informazioni, risulterebbero essere presentati dichiarazioni e atti economici a suo nome negli ultimi anni, con un importo annuale di circa 53 mila euro tra pensione di reversibilità e rendite patrimoniali.
Le indagini proseguono per chiarire ogni aspetto della vicenda, dalla data effettiva del decesso alle eventuali responsabilità penali collegate alla gestione dell’identità e delle risorse economiche della donna.
