Tre anni e sei giorni. Tanto ci ha messo Matteo Salvini per accorgersi che l’Eav – l’azienda campana che gestisce Circumvesuviana, Cumana e Alifana – non funziona proprio come un orologio svizzero. Una scoperta rivoluzionaria, arrivata giusto in tempo per la campagna elettorale per le Regionali in Campania. Chissà, forse il problema dell’Eav si è materializzato d’un tratto come un miracolo mariano, apparso tra un comizio e un hashtag.

“Bisognerebbe commissariare l’Eav!” Certo, Ministro. Ma chi dovrebbe farlo? Ah già… lei. Sì, perché Matteo Salvini è il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Quello vero, con tanto di scrivania, timbri e decreti. Non un opinionista qualunque. Eppure, ascoltandolo parlare, sembra di sentire un passante indignato alla fermata della Circumvesuviana, non il politico che ha il potere effettivo di intervenire. “Bisognerebbe commissariare l’Eav”, dice Salvini. E subito dopo, probabilmente, “Qualcuno faccia qualcosa!”. Già, qualcuno. Magari proprio il tizio con il cartello “Ministro” davanti alla porta dell’ufficio.

La situazione dei trasporti campani non è certo una novità: ritardi, guasti, carrozze d’epoca (ma non nel senso buono) e pendolari ormai rassegnati. Ma il nostro Ministro, per tre anni e sei giorni, ha scelto la via zen: silenzio, calma e nessun commissariamento. Poi, puff! Arriva la campagna elettorale e l’Eav torna improvvisamente un caso nazionale. Un po’ come ricordarsi dell’abbonamento in palestra proprio il giorno prima della prova costume.

E non si può nemmeno dire che Salvini non sapesse. Severino Nappi, consigliere regionale leghista, critica da anni l’Eav, la sua dirigenza e Vincenzo De Luca, governatore della Campania, proprio per questi disagi. E lo fa anche giustamente. Dunque Salvini era informato, aggiornatissimo. Solo che, tra una diretta Instagram, una felpa e un selfie con un cantiere, non deve aver trovato il tempo per un commissariamento. Capita, certo. Il multitasking non è per tutti.

Il bello è proprio questo: Salvini parla dell’Eav come se fosse un cittadino indignato che scrive su Facebook “vergogna!” sotto un post del Ministero. Peccato che il Ministero sia il suo. È la versione politica del “mi sono lamentato col mio capo… che sono io”. Una gag degna di Crozza, se non fosse già realtà.

Ora il leader della Lega – quella che fino a qualche anno fa voleva la secessione, ricordiamolo – si presenta in Campania come paladino dei pendolari del Sud. Un tempo diceva “Roma ladrona”, ora sembra dire “Napoli votona”. Il problema non è tanto il cambio di direzione, ma che i treni dell’Eav cambiano direzione con più difficoltà di lui. In tre anni non ha commissariato l’Eav, ma ha commissariato la logica. Il risultato? Pendolari ancora fermi, treni ancora in ritardo, e un Ministro che parla come se fosse all’opposizione del proprio Ministero. Forse l’unico vero commissariamento urgente è quello della coerenza politica. Perché se il Ministro dei Trasporti deve ricordarsi che è lui il Ministro dei Trasporti, vuol dire che il viaggio è lungo. Molto più della tratta Napoli–Sorrento di quelle per Baiano e Sarno.